Dal sito web http://www.libreriaeditriceurso.com/giulianofrancesco.html riporto ciò che l’editore Urso scrive su questa mia ultima raccolta dal titolo “Parlar vorrei con te” (Favellar vorrei con te/ per esprimere a fondo/ il mio sentire profondo/ che riverso nel mondo/ senza sosta alcuna / e che mi proietta/ verso i confini eterei/ dell’incerta infinità/ facendo espandere/ la mia voglia di volare/ fin dove giunse/ di Lucrezio il dardo.// Parlar vorrei con te/ per comprendere/ il valore della libertà/ che riversar nei versi/ come acqua chiara/ mi fa/ il mio sentir profondo/ che sgorga/ spontaneamente / dai meandri / della mia pur frenata anima / dal supremo volto multiforme), che è stata selezionata nel concorso “Libri di versi in diversi libri” in ricordo del poeta- scrittore Corrado Carbè, edizione 2018-2019.
In essa – scrive Francesco Urso -, “il poeta si avvale della sua perspicace e intensa emotività, creando immagini immateriali e affettazioni polimorfe che rilevano, sin dal titolo di ogni poesia, i moti eccitati del proprio animo che, inseguendo le tracce della sua Musa, la Natura, navigano tra le sue onde mentali. Fantastica il poeta giocando con le sue chimere, alternando silenzi e parole, per trarne carezze che gli possano dare brio e diletto. E arzigogola anche con la sua perenne voglia di evadere da questo mondo. Si diverte, per cambiare verso e con diletto anche, giocando con i versi … Si lascia trasportare, quindi, dai continui turbamenti il poeta … Ma si abbandona pure ai suoi sogni che vigore alla vita offrono quando, negli attimi d’angoscia, grigi e uggiosi appaiono i giorni.”
Aggiunge, avendo commentato la poesia, Mariapina Astuni: “Molti sono i poeti già conosciuti nel panorama della Libreria Editrice Urso e tanti nuovi e piacevoli acquisti in questo arcobaleno di suoni e di colori, caratterizzato dai loro libri che ci conducono sempre per i sentieri del bello e dell’emozionale, che ristorano il nostro spirito. Giuliano Francesco è di casa, perché di origine siciliana, anche se vive e lavora a Latina. Selezionato dai giurati di questo concorso, riceve in premio il libro con le sue poesie “PARLAR VORREI CON TE” e la poesia che ci arriva da leggere, per ora, è “Favellar vorrei con te”. La copertina scelta per questa pubblicazione ha il colore giallo vivo e dorato di un tempo autunnale e l’uomo raffigurato, ben protetto nel suo vestiario, è proteso con il viso e lo sguardo verso i rami di un grande albero dai lunghi rami scarni di foglie, in atteggiamento di ascolto o in colloquio con essi. Il poeta, in questa poesia, infatti, si rivolge non all’albero, ma alla Natura che è da sempre in rapporto con l’umanità, considerata nostra Madre e Matrigna, poiché se è vero che essa è magia di colori, di profumi, suoni e creature che ci dona nell’alternarsi del nostro tempo e delle sue stagioni, pure a volte ci tradisce, ci delude e ci infligge tante sofferenze. Per questo il poeta cita quella freccia scagliata dall’arciere di Lucrezio, che gira sempre vorticosamente da un capo all’altro del nostro emisfero, il dardo che lo proietta contro i confini dell’infinito all’infinito.
Versi profondi quelli di Francesco, parole che rivolte al mondo della nostra esistenzialità lo spingono a cercare un dialogo, un punto di incontro, pur colpendolo come frecce, nella ricerca di quella libertà a cui aspira la sua anima.
Bella e molto introspettiva questa lirica, un inchino di plauso e condivisione al poeta.”
A cui si congiunge un altro commento, quello di Carmela Di Rosa: “Tra la grandine, il freddo, il forte vento e l’allerta meteo, si fa spazio ad Avola un meraviglioso giallo solare, quello della ventiquattresima copertina dei nostri libri di versi. Intravedo una panchina, un albero e sento subito un senso di pace, di quiete. Vorrei sedermi, guardare il cielo, godere quella tranquillità. Qualcuno mi ha preceduta… c’è un uomo… guarda in alto, non so ancora, se come faccio spesso io guardando il cielo, stia rivolgendo le sue preghiere a Dio ed a Lui stia confidando le sue pene o se il suo sguardo sia fisso alla chioma dell’albero, elemento vitale ed indispensabile della natura. “Parlar vorrei con te” è il titolo del libro di oggi ed a parlare in versi è il poeta Francesco Giuliano. Leggendo capisco che Francesco immagina di interloquire con Madre Natura e l’albero sarà il messaggero del suo dire. Traspare con forza l’animo del poeta, un animo sensibile ed allo stesso tempo ansioso, uno spirito libero e frenato nel contempo, uno spirito libero che vuole di più comprendere il valore della Libertà … un animo dal ‘ sentire profondo’ che senza tregua è pronto a combattere in difesa del mondo, della natura, della vita. Francesco confida alla sua Musa i suoi sentimenti più intimi, quella sensazione che con forza lo proietta verso i ” confini eterei dell’incerta infinità” mentre forte cresce in lui il bisogno di librarsi in aria, liberarsi e liberare il mondo dalle sue pene, volare fino a toccare il punto più alto del cielo e poi come il dardo di Lucrezio andare vertiginosamente per i meandri dell’infinito. Continua a parlare il poeta tramutando in versi i suoi sentimenti più profondi che sgorgano come acqua dalla parte più intima dell’anima ed assumono poliedriche forme. Complimenti Francesco … ritrovo in te molto del mio sentire … Libertà, sentimenti e voglia di volare per avere, guardando dall’alto una visione più completa del mondo, della vita e godere appieno della Libertà.”
Anche la poetessa Loredana Borghetto scrive che in questa poesia si coglie il desiderio dell’autore di riconoscersi, direi quasi di annullarsi nella Natura in una sorta di afflato panico, si coglie il suo desiderio di conquistare la libertà, anche perdendosi oltre i “confini eterei dell’incerta (in)finità”. Un brivido, però, percorre ogni verso e si trasmette al lettore, il cui cuore (come quello del poeta) un po’ si “spaura” naufragando in questa immensità. (Viene naturale l’accostamento all’Infinito leopardiano). Ma si realizzerà l’aspirazione del poeta? Francesco Giuliano (n.d.r.), usando i verbi al condizionale, non dà una risposta chiara, ci lascia sospesi ed ognuno di noi può giungere alla conclusione che più è confacente al suo essere o al momento in cui legge la poesia. Una poesia caratterizzata da un verseggiare d’altri tempi, con termini desueti che Francesco Giuliano “maneggia” con sicurezza, piegandoli senza forzature al suo pensiero e al suo “sentir profondo”. Comunque a noi risulta “dolce” parlar con questi versi.
A cui si aggiunge la poetessa Nina Esposito con il suo giudizio critico: Un intrecciarsi di maestria versificatrice e voci d’incanto, linguaggio aulico per versi sorretti da metrica, prosodia con ritmi e accenti coerenti, tuttavia l’attenzione a mantenere saldi i rigori del tecnicismo poetico non impedisce all’autore di “dipingere” moti interiori con grande lirismo e a parlare con grazia con la natura. Scorrono limpidi i versi come acque chiare, cammeo poetico di grande delicatezza. Complimenti all’amico poeta Francesco Giuliano.
Altri commenti sono di Grazia La Gatta: Un desiderio grande, del poeta, di risposte che l’umanità non sa dare, ed ecco che si rivolge a Colui che tutto sa e tutto può. Bei versi, scorrevoli alla lettura; poesia apprezzata. Complimenti al bravo poeta. La copertina bella e luminosa dal colore caldo; l’uomo rivolto al cielo sembra dialogare con l’Onnipotente. Molto bella. E di Ada Neri: Il poeta è fautore della Terza cultura che unisce la cultura umanistica a quella scientifica essendo laureato in chimica. Ma a certe domande chiede la risposta a Lui: “Parlar vorrei con Te”. Il giallo della copertina mi ricorda la luce di Dio. Quale Dio? Pure a questo bisogna dare una risposta. Complimenti al poeta chimico e all’amico dei poeti che fotografa l’anima con le copertine.
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