LATINA – Oggi al termine della Giornata Mondiale dedicata all’Ambiente, dopo la pandemia , con un bilancio ancora parziale di 6,6 milioni di contagi e oltre 390 mila vittime nel mondo, siamo alla ricerca di una ricetta che produca effetti positivi sulla qualità della vita. Credo che il primo effetto sia quello di orientare la politica e l’agire umano nella difesa e nel rispetto dell’ambiente, per creare un nuovo modello di convivenza tra la Terra e i suoi abitanti. Per questo, ritengo che oggi si impongano alcune riflessioni sul rapporto tra Destra politica e ambiente e la parola che lo definisce, l’ecologia. Oggi nessuno può apertamente negare che migliaia di specie vegetali ed animali sono a rischio estinzione, colture e allevamenti antichi vengono abbandonati, si riducono le riserve idriche e ampie zone di foresta, le plastiche invadono i mari, aumentano le maxi discariche autorizzate e proliferano quelle abusive, in questi luoghi l’aria è irrespirabile e l’effetto serra inizia a produrre effetti sconvolgenti sull’intero eco-sistema.

Nel dibattito culturale e sopratutto politico di queste tematiche, la Destra è silente; silenzio incredibile se pensiamo che l’idea ambientalista è naturalmente collegata a tale area politica. Facciamo solo qualche nome per intenderci: Oswald Spengler e F. Georg Juenger (fratello di Ernst). Difendere la Terra, il suo ambiente e le sue risorse da quella economia dell’accumulazione globale, mercatista e mondialista, era ed è una prerogativa della battaglia politica della Destra in virtù della sua visione del mondo. Difendere la natura e l’ambiente, la terra della nostra gente, delle nostre tradizioni, merita di vivere e perpetuarsi più sana, più bella e migliore.

Se la l’attuale Destra politica se ne frega, non certo i suoi uomini di cultura: Alain De Benoist e Konrad Lorenz (solo per citarne alcuni) quest’ultimo fondatore dell’etologia, scienza che studia abitudini e costumi dei viventi e l’adattamento all’ambiente. I livelli di inquinamento e del degrado ambientale, sono tali da contestare l’attuale dogma liberista produttivista, perché il destino dell’uomo non è nel produrre sempre più cose e consumarle in una gara senza fine. Alla Destra silente diciamo che i principi e i valori che intende difendere si basano sul rispetto delle leggi naturali, sulla conservazione dell’esistente, sulle tradizioni e nel desiderio di trasmettere valori e cultura e quindi anche rispetto dell’ambiente alle generazioni future. La trasmissione è il gesto concreto della tradizione. Se la Destra non parla e agisce è succube dell’ipercapitalismo. Noi, difensori e fautori del “senso dello Stato” ci siamo fatti espropriare della nozione “bene comune”. Dobbiamo essere coraggiosi nel strappare il velo del finto progresso, sviluppo e consumo, cambiare paradigma perché siamo occidentali ed europei. “La natura si comanda solo ubbidendole”, diceva Bacone; la natura non è più lo specchio del creato, luogo ove incontrare il Bene, il Bello, il Vero, ma solo un terreno da cui prendere senza misura e senza posa. Evidente che la conservazione dell’ambiente, il suo rispetto, fanno parte del bagaglio culturale e morale dell’umanità più elevata, quelle che non confonde l’avere con l’essere. Dobbiamo avere la forza di respingere per incompatibilità spirituale, etica e per estraneità al Bene, le concezioni dei contemporanei materialismi economici; impresa consona a chi si ritiene di Destra. “Ciò che ci unisce all’ambiente è un’identità…un’identità che non possiamo lasciar cadere senza che cadiamo nel nulla a nostra volta” Per questo, il problema di salvare l’ambiente fa tutt’uno col problema di salvare noi” (Vittorio Mathieu).


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