Gentile da Fabriano : il Padre del Volume e della Prospettiva

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Gentile di Niccolò detto da Fabriano (Fabriano, 1380-85 – Roma, 1427) fu un pittore italiano la cui formazione e la sua primissima attività sono ancora oscure e problematiche.

In quegli anni, nella zona fra Siena, Orvieto e Perugia vi era una delle aree più vive della cultura tardo-gotica. Intorno al 1390, Gentile da Fabriano poté iniziare e completare la sua formazione nelle botteghe locali di miniature, smalti e intagli (“Madonna e Santi”, “Madonna col Bambino”).

In seguito lasciò Fabriano e girò attraverso i principali comuni dell’Italia centro-settentrionale (Firenze, Venezia, Brescia, Siena, Orvieto, Roma) dove dipinse tavole e affreschi per committenti di altissimo rango. Le tavole e gli affreschi purtroppo andarono quasi tutti perduti ma prima di ciò furono testi fondamentali per pittori tardo-gotici lombardi e veneziani (“Battaglia navale tra veneziani e Ottone III”). Più tardi il Pisanello completò gli affreschi iniziati da Gentile da Fabriano in San Giovanni in Laterano.

Le opere di G. da Fabriano che ci sono rimaste offrono comunque un panorama completo ed esauriente del suo linguaggio figurativo. Procedendo ad un livello che non ha mai cedimenti o pentimenti, G. da Fabriano passò dal sontuoso e fragile arabesco del polittico di Valle Romita (“Incoronazione della Vergine e Santi”) al polittico Quarantesi, dove, pur senza lasciare il prezioso apparato di damaschi fioriti, di stoffe intessute d’oro egli dimostra chiaramente la sua piena comprensione dei problemi di volume e di prospettiva che si andavano ponendo proprio in quegli anni a Firenze.

In momenti intermedi, si collocano le leggiadre Madonne del museo nazionale di San Matteo a Pisa e della Nat. Gall. Di Washington, la cui fastosità esteriore potrebbe trovare una spiegazione nel soggiorno veneziano.

Negli anni più tardi si collocano la “Madonna” del Duomo di Orvieto, molto consunta, e la famosa tavola con “L’adorazione dei Magi” dipinta per la cappella di Palla Strozzi in Santa Trinità a Firenze, e dove si fondono compiutamente i due aspetti del gotico internazionale: l’arabesco lineare che circonda le forme, e l’affascinante attenzione alle cose di cui sono colte le più minute e sottili verità epidermiche.

Guglielmo Guidi

Ricercatore e storico d’arte.


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