LATINA – Si è conclusa con sentenza di condanna a carico della Banca la vicenda riguardante una sottrazione indebita di denaro avvenuta su conto corrente di una nota impresa di Latina.

Era il 13 maggio 2019 quando l’addetta alla gestione dei pagamenti dell’impresa avente sede nel comune di Cisterna di Latina, provava ad accedere al portale di servizi bancari BNL, in quella circostanza, compariva un messaggio a monitor che avvertiva dell’impossibilità momentanea di entrare nel portale bancario a causa di lavori di manutenzione. La dipendente allertava il call center di Banca che riscontrava effettivamente un momentaneo disservizio consigliando di riprovare l’accesso un paio d’ore dopo. Alle ore 11 la segretaria tentava nuovamente l’accesso e con stupore notava l’emissione di due bonifici a favore di sconosciuti, il primo di 49.660,92 euro su conto corrente italiano, il secondo di 29.430,00 su coordinate inglesi, ovvio purtroppo aggiungere che  i beneficiari erano sconosciuti.

Erano attivate tutte le procedure per bloccare la trasmissione definitiva delle somme, seguendo le istruzioni che erano rese dal servizio clienti bancario, presentata infine denuncia querela verso gli ignoti malfattori.

Vista l’inerzia della Banca che non poneva in essere alcuna azione utile al ripristino delle somme, l’impresa si rivolgeva all’avvocato Manuele Sillitti del Foro di Latina, il quale perentoriamente inviava un reclamo alla BNL Spa la quale nei giorni successivi riaccreditava definitivamente solo l’importo dei 49.650,92 euro non definendosi responsabile per la restante somma confluita sul conto corrente estero.

Essendo la Banca sorda ad ogni appello di recuperare i restanti 30 mila euro, la ditta derubata dava mandato all’avv. Sillitti di proporre giudizio presso il Tribunale di Latina.

Come spiega l’avvocato, la responsabilità della Banca risiede già nella Legge, inoltre, la Giurisprudenza, anche quella della Corte di Cassazione, è allineata nell’affermare che la banca risponde, quale titolare del trattamento di dati personali, dei danni conseguenti al fatto di non aver impedito a terzi di introdursi illecitamente nel sistema telematico del cliente se non prova che l’evento dannoso sia  imputabile al cliente per errore, frode dell’interessato, o forza maggiore. 

Il giudizio proseguiva  caratterizzato per lo più da un’importante indagine tecnologica svolta dal CTU incaricato dal Giudice, il Dott. Guercini di Roma. Il cliente dimostrava di aver adottato ogni misura atta ad evitare qualsiasi contaminazione da malware o virus in generale, così come era dimostrato dal proprio consulente informatico Mayer System Srl di Latina che nell’occasione rivestiva anche il ruolo di consulente tecnico di parte.

Il Giudice, ricostruiva in sentenza il percorso logico giuridico così come presentato dal difensore ravvisando una condotta imprudente della Banca , riconosceva le ragioni dell’impresa condannando la Banca alla restituzione della somma ingiustamente sottratta.

Per quanto questo episodio non sia ascrivibile al fenomeno cosiddetto phishing informatico, ma evidentemente all’opera di terzi malfattori, ricorda l’avvocato Sillitti che è fondamentale non rispondere a mail, sms, messaggi in genere da parte di operatori bancari, spedizionieri o in genere di chiunque di cui non si abbia conoscenza certa della fonte e in ogni caso, prima di aprire questi messaggi o di rispondere, verificare attentamente sul web se effettivamente appartengono alle aziende mittenti.


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