LATINA – Ci sarà anche Stefania Mattioli, la madre di Claudia Ferrari, la donna uccisa dall’ex compagno alla periferia di Roma (che ha lasciato due bambine piccole) e ci sarà anche Manuela Piccirilli, la donna di Latina raggiunta da alcuni colpi di pistola, lo scorso mese di agosto, da parte dell’ex marito che ha tentato di ucciderla. Tutte, insieme, per ricordare le vittime di femminicidio in occasione del 25 novembre, Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne.
Ad organizzare questa giornata l’associazione Valore Donna che, per domani pomeriggio alle 16.00, in piazza della Libertà (davanti la gelateria Mastrobattista) sarà protagonista anche di un flash mob dal titolo “io sono… tutte le vittime della violenza”. Sarà presente anche l’associazione Latinaknitcrocket con l’iniziativa “Una rosa bianca per Martina e Alessia”, le due bambine uccise dal padre, il carabiniere Luigi Capasso, lo scorso 28 febbraio a Cisterna. E per l’occasione a Latina torneranno anche le telecamere del programma “La vita in diretta”.
Anche quest’anno l’associazione Valore Donna ha potuto contare sull’appoggio dei negozianti del centro di Latina che, già da qualche giorno, hanno messo, all’interno delle vetrine, cornici con il nome delle vittime di femminicidio con la data della loro morte, grazie all’interessamento e alla sensibilità dimostrata da Susanna Gloria, Presidente della Confesercenti.
“Il 25 novembre, Giornata per l’eliminazione della violenza sulle donne, è una buona occasione per fare il punto sul numero dei femminicidi in Italia, ma soprattutto per continuare a non dimenticare i nomi di chi è stata uccisa”, commenta il Presidente di Valore Donna, Valentina Pappacena.
“Stando agli ultimi dati, sono in calo tutti i reati legati alla violenza di genere: maltrattamenti in famiglia, stalking, percosse, violenze sessuali mentre aumentano le segnalazioni di presunti autori di reato e le denunce – spiega Valentina Pappacena – almeno stando agli ultimi dati della Polizia, ma c’è ancora tanto da fare. Come associazione a tutela delle donne maltrattate voglio ricordare che, dallo scorso gennaio tutte le Questure hanno adottato il protocollo E.V.A. (Esame delle Violenze Agite), uno strumento che codifica le modalità di intervento nei casi di liti in famiglia e permette di inserire nella banca dati delle forze di polizia, indipendentemente dalla presenza di una denuncia o querela da parte della vittima, una serie di informazioni utili a ricostruire tutti gli episodi di violenza domestica che hanno coinvolto un nucleo familiare. Si tratta – commenta Valentina Pappacena – di uno strumento che finora ha permesso di analizzare più di 9 mila segnalazioni, portando in 159 casi all’arresto in flagranza, in 261 casi alla denuncia e in 81 all’allontanamento alla casa familiare. Una donna che è vittima di violenza si sente sola – spiega ancora il Presidente di Valore Donna – nella maggior parte dei casi è rassegnata, prova vergogna, ha paura di ritorsioni per sé stessa e i propri figli e ha paura di non essere creduta. Ecco perché è così importante assicurare alla donna accoglienza, informazioni e sostegno necessari ad uscire dalla condizione di soggezione ed isolamento che sta vivendo. E quindi ben venga – aggiunge Valentina Pappacena – questo protocollo che ha aiutato molte delle vittime di violenze domestiche che hanno deciso di denunciare. Perché la denuncia resta l’unica via di uscita per situazioni familiari che, se non risolte, sfociano, come purtroppo succede ancora troppo spesso, in quelli che siamo abituati a chiamare femminicidi”.
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