Fare Latina crea la Consulta per la disabilità. Simona Novaga: “Uno strumento in più per famiglie e territorio”

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Inclusione è la parola d’ordine per una città migliore. Inclusione soprattutto verso le fasce più deboli e fragili del nostro tessuto sociale.
Ma a Latina la parola inclusione e integrazione stona, soprattutto verso le persone che hanno delle disabilità. Crediamo che sia arrivato il momento di cambiare lo status quo per creare qualcosa che faciliti il diritto di tutti ad avere una vita sociale. Crediamo sia arrivato il momento che Latina e in primis il Comune si impegnino a far sì che l’inclusione non rimanga solo una parola; aiutare significa anche che debbano essere le famiglie a unirsi per alzare il livello di solidarietà, cooperazione e impegno tra di loro.
L’impegno del Dipartimento del sociale di FARE LATINA si pone proprio l’obiettivo di sradicare quella patina di poca concretezza ed efficienza che ormai è paradossale per un Comune così giovane, tant’è che stanchi di promesse, lassismo e negligenza è stata creata, dal lavoro del dipartimento sociale di Fare Latina, una Consulta per la disabilità che possa aiutare tutti a risolvere, a progettare, a sostenere, a facilitare la vita di persone con disabilità.
Dato che l’inclusione è il nostro primo strumento la Consulta per la disabilità è una possibilità per il Comune, potrebbe concretamente snellire il lavoro dell’assessorato ai servizi sociali che avrebbe così un confronto diretto con le famiglie usufruendo anche dei suggerimenti consoni per un lavoro più concreto, spedito ed efficace. La Consulta, così, vuole essere fondamentalmente un punto di congiunzione tra le famiglie e le istituzioni attraverso le associazioni che lavorano sul territorio, con la garanzia del supporto pubblico e dei servizi che ogni Comune che si rispetti ha. Questo è possibile ed è doveroso che ci sia. “Nel periodo del lockdown e in tutto questo lasso temporale così difficile, il Comune di Latina non ha adottato nessuna misura per assistere le famiglie aventi un elemento disabile, abbandonandole al loro destino, dato che private di terapie, di attività sportive e ricreative, di scuola in presenza e momenti di doposcuola, hanno dovuto superare giorno per giorno una chiusura troppo difficile da spiegare ai propri ragazzi “ stigmatizza Simona Novaga, portavoce del dipartimento sociale di Fare Latina.
“Si rifletta anche su questo delicato e gravoso aspetto: dal 2003 la Regione Lazio possiede una Consulta alle disabilità e proprio quest’anno è stato rinnovato lo statuto con presenti diverse associazioni tra Roma, Frosinone, Viterbo e Rieti, con una grande assente: Latina. Il progetto della Consulta vuole unire associazioni del territorio preziose ma spesso non supportate o aiutate (forse è necessario eliminare dal Comune il filo diretto con poche associazioni ‘elette’, poiché tutte le realtà associative del territorio hanno diritto ad un confronto e alla progettazione di interventi che possano migliorare e risolvere le criticità di questa città inerenti questo tema), coinvolgendo anche le imprese che vogliano partecipare aiutando materialmente oltre che con idee e progetti i ragazzi disabili, e coinvolgendo soprattutto le famiglie, che debbono essere ascoltate nelle loro difficoltà e pratiche giornaliere” conclude la Novaga.


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