ITALIA – Con l’arrivo della bella stagione e l’aumento generale delle temperature, si cerca di trovare sollievo trascorrendo molto tempo al mare. Più tempo in spiaggia però significa inevitabilmente una maggiore esposizione ai raggi solari. Se è vero che l’abbronzatura genera effetti benefici, è anche vero che un’esposizione solare incontrollata e indisciplinata può arrecare danni più o meno gravi alla cute. Ma quali sono gli effettivi danni e rischi che si corrono senza una dovuta protezione? Andiamo ad analizzarlo.
I danni del sole sulla pelle
Per molto tempo si è pensato che ci fosse una correlazione diretta tra eccessiva esposizione alla luce e insorgenza di tumori della pelle. Adesso l’opinione scientifica ha un punto di vista più equilibrato sulla questione, ma il rischio che un eccessivo assorbimento di raggi UV scateni lo sviluppo di alcune malattie della pelle è molto alto.
Anche se quando ci si abbronza il corpo avvia un automatico meccanismo di difesa attraverso il rilascio di melanina, molti raggi solari, soprattutto quelli più pericolosi, riescono a superare questa barriera e penetrano negli stati più profondi giungendo al derma. Il troppo sole provoca anche un’invecchiamento precoce, infatti, col passare del tempo, la degenerazione dell’elastina e del collagene provoca rughe, pieghe espressive più visibili e solchi sul viso. Tutti questi pericoli rendono chiaro che c’è bisogno di proteggersi e fare attenzione quando si organizzano gite al mare o ad alta quota.
Questo è quantomai vero per i soggetti più fragili, ossia le persone anziane e bambini, soprattutto quelli più piccoli. I genitori devono prestare particolare attenzione a non esporre i propri figli ai rischi del sole, per questo prima di organizzare le vacanze sarebbe opportuno informarsi attentamente su come proteggere i bambini dal sole consultando alcune pagine dedicate all’argomento. In questo modo si riuscirà a godere al meglio le gite al mare senza doversi preoccupare dei rischi legati ai raggi solari sulla pelle.
Alcune precauzioni
A questo punto è naturale domandarsi: quali sono le precauzioni da adottare? A tal proposito si sono espresse le più autorevoli istituzioni scientifiche internazionali che sono concordi nell’affermare che sarebbe meglio evitare l’irradazione solare della fascia oraria, 10 del mattino – 4 del pomeriggio. Bisogna fare attenzione al primo sole primaverile soprattutto se si appartiene ad un fototipo 1 o 2.
Quando si va in montagna, specialmente in inverno, occorre proteggersi dato che la neve riflette i raggi solari molto più di quanto non faccia la sabbia o il mare. Le condizioni meteo sono un altro fattore da analizzare perché se è vero che un folto strato di nuvole temporalesche difficilmente permette ai raggi UV di passare, un cielo parzialmente sereno è potenzialmente pericoloso visto che si tende a sottovalutare il tempo di esposizione.
In merito a ciò sempre più testate giornalistiche, anche digitali, pubblicano accanto alle previsioni del tempo anche il grado di irradiazione solare. I livelli di rischio sono: basso, intermedio, alto o altissimo. In base al livello indicato è consigliabile prendere più o meno precauzioni, che vanno dall’applicazione di crema solare, all’indossare cappello e occhiali da sole.
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