Con una nota trasmessa al Comando Militare di Roma Capitale, la Regione Lazio interviene sul riutilizzo del Poligono di Tiro ai Pantani d’Inferno, per chiarire come la tutela dei valori ambientali, costituzionalmente garantiti anche per la presenza di convenzioni internazionali, non possa essere ignorata.
Infatti la Direzione Regionale Ambiente sottolinea come “per le attività in oggetto, considerati l’ubicazione, la durata e i valori naturalisti tutelati, si ritiene necessario attivare la procedura di Valutazione di Incidenza, ai sensi dell’art. 5 del DPR 357/1997 secondo le modalità indicate nelle Linee Guida nazionali sulla Procedura di Valutazione di Incidenza, di cui all’Intesa del 28 novembre 2019 pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale Serie Generale n.303 del 28 dicembre 2019. Si specifica che ai sensi dell’art. 5, comma n.7 DPR 357/1997 l’espressione del suddetto parere sarà rilasciato subordinatamente all’acquisizione del ‘sentito del Parco Nazionale del Circeo, in qualità di Ente Gestore della ZSC e ZPS in oggetto”.
Una decisione, quella della Regione Lazio, che ha peso notevole, visto che lo stesso ente è componente del Comitato Paritetico con il Ministero della Difesa. La determinazione di sottoporre tale attività alla Valutazione di Incidenza è dovuta, oltre alla presenza nell’area dei vincoli del Parco del Circeo, anche alla particolare condizione di tutela da parte delle direttive Habitat ed Uccelli.
Proprio l’eventuale violazione delle norme comunitarie potrebbe portare all’apertura di una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia. Procedure che peserebbero in termini di sanzioni pecuniarie nei confronti del nostro paese.
Sulla stessa linea, anche se con profili diversi, l’ISPRA (Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale) ed il Ministero per la Transizione Ecologica (ex Ministero dell’Ambiente) che pongono l’accento sul valore naturalistico dell’area, in particolare per quanto concerne l’avifauna stanziale e di passo, e il fatto che ci troviamo di fronte ad aree di alto valore naturalistico protette da convenzioni internazionali, dalla presenza del Parco (tutela integrale) e della Rete Natura 2000.
L’Ente Parco, tra l’altro, ha espresso, con il Presidente Giuseppe Marzano, la propria contrarietà alla riapertura alle esercitazioni militari del Poligono chiamando in causa il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Dal canto suo, “il Partito Democratico -scrivono il segretario del circolo di Sabaudia e il capogruppo consiliare Giancarlo Massimi – ha sposato la linea del Parco presentando ben due interrogazioni a livello regionale e parlamentare a firma, rispettivamente, del Consigliere Salvatore La Penna e dell’On. Matteo Orfini, nella consapevolezza che occorra archiviare definitivamente l’uso delle aree dei Pantani d’Inferno per fini militari. Occorre, invece, puntare a valorizzare e promuovere uno sviluppo compatibile in cui la risorsa ambientale diventi occasione di sviluppo. Oggi a ridosso dell’area, dove tra l’altro la presenza di avifauna ha incrementato il birdwatching, sono presenti agriturismi, aziende agricole e zootecniche che fanno di questo un brand per i loro prodotti. Senza contare poi, le attività commerciali e di supporto alla balneazione a carattere stagionale, a servizio dell’arenile”.
“Di segno diverso ed in netta controtendenza rispetto alla posizione ambigua deliberata dall’Amministrazione Mosca – concludono i vertici del Pd cittadino – le note della Regione Lazio, dell’Ispra e del Ministero della Transizione Ecologica costituiscono, a tutti gli effetti, un chiaro monito a rispettare le norme comunitarie poste a tutela dell’habitat e dell’avifauna della riserva naturale dei Pantani d’Inferno”.
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