LAZIO – Nonostante nel documento di domanda ogni candidato esterno possa indicare fino a tre istituzioni scolastiche diverse in cui sostenere l’esame di stato, a differenza delle altre regioni italiane quest’anno nel Lazio le cose sembrano essere andate diversamente.

I candidati esterni, infatti, per partecipare agli esami di stato devono presentare la domanda di ammissione presso l’Ufficio Scolastico Regionale del territorio competente, il quale provvede poi a distribuirli sul territorio agli istituti statali o paritari aventi sede nel comune di residenza del candidato stesso o, in caso di assenza nel comune dell’indirizzo di studio indicato nella domanda, nella provincia o al massimo nella regione.

Nonostante questo sistema abbia sempre funzionato bene, quest’anno invece è venuta a crearsi una situazione di caos dato che, nella nostra regione, il 90% dei candidati (circa 1500) che hanno presentato la domanda di ammissione sono stati assegnati a scuole diverse da quelle richieste.

Addirittura, in provincia di Latina, su 150 studenti privatisti pare che nessuno abbia ottenuto l’ammissione alla scuola richiesta, motivo per cui alcune sigle sindacali relative alle scuole si sono mosse per fare luce sulla questione.

Questi ultimi non credono all’ipotesi di un disegno preordinato, bensì dietro tale scenario potrebbe esserci il lavoro di un software informatico di cui l’Ufficio scolastico regionale si sarebbe dotato il quale e che, procedendo in maniera automatica alle assegnazioni, non avrebbe tenuto in considerazione le preferenze espresse dai candidati esterni privatisti.


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