E’ morto il bracciante indiano rimasto senza un braccio. Le gravi responsabilità dei datori di lavoro

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Non ce l’ha fatta Satnam Singh il 31enne bracciante indiano rimasto gravemente ferito con l’amputazione di un braccio a seguito di un incidente sul lavoro accaduto lunedì scorso nelle campagne di Latina.

L’uomo era stato ricoverato al San Camillo di Roma in gravissime condizioni, dove è morto questa mattina, dopo che era stato scaricato fuori alla sua abitazione insieme alla moglie anziché essere portato in ospedale.

L’incidente che gli è costato la vita è avvenuto lunedì. Mentre lavorava nei campi è stato agganciato da un macchinario avvolgi plastica a rullo trainato da un trattore che gli ha tranciato il braccio destro, schiacciando anche gli arti inferiori. L’urto è stato terribile, il macchinario compie 400 giri al minuto e ha tranciato di netto il braccio al povero Satnam.

Bastava agire con rapidità per salvargli la vita, ma i titolari dell’azienda hanno cercato di nascondere il fatto, mettendo l’arto in una cassetta della frutta, portando il ferito a 4 KM da casa, rallentando così i soccorsi. Un atto davvero indecente che andrà punito.

I braccianti indiani in provincia di latina sono oltre 15mila e la maggior parte lavora nelle aziende agricole. Gli immigrati nel pontino sono oltre 37mila. Senza di loro l’agricoltura si fermerebbe.


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