Titolo: Downton Abbey
Regia: Michael Engler
Soggetto: Julian Fellowes (Da serie televisiva omonima)
Sceneggiatura: Julian Fellowes
Musiche: John Lunn
Produzione Paese: UK, 2019
Cast: Hugh Bonneville,Laura Elesabeth Carmichael, Jim Carter, Raquel Josephine Dominic Cassidy, Brendan Coyle, Michelle Suzanne Dockery, Kevin Doyle, Joanne Froggatt, Matthew Goode, Harry Hadden-Paton, Robert James-Collier, Allen Leech, Phillis Margaret Logan, Elizabeth McGovern, Sophie McShera, Lesley Nicol, Maggie Smith, […]
È un giorno imprecisato dell’anno 1929 quando il postino consegna una lettera con i timbri reali a Robert Crawley, conte di Grantham (Hugh Bonneville), che vive con tutta la sua famiglia a Downton Abbey, nello Yorkshire. Il contenuto di quella lettera è strabiliante e coinvolgente ma, al tempo stesso, genera negli ospiti grande eccitazione e comprensibile inquietudine, soprattutto crea preoccupazione nella decana della casa Lady Violet (Maggie Smith), la madre del conte Robert, la quale alla notizia istintivamente esclama: Che Dio ci aiuti! Ma non solo negli ospiti sono manifesti tali stati d’animo dato che tutta la popolazione si sente coinvolta ma anche sconvolta dalla notizia dell’evento. La lettera, infatti, informa il conte che re Giorgio V e la regina con il loro codazzo reale, fatto di cuochi, sarti e camerieri, verranno in visita per presenziare ad una parata militare nel centro della città e che permarranno nel suo magnifico e accogliente castello soltanto per due giorni. Ovviamente, questa notizia genera un previsto fervore sia nei familiari del conte sia nella servitù che sarà diretta, a causa degli imprevisti che la situazione potrebbe produrre, da Charles Carson (Jim Carter) il vecchio maggiordomo che, pur essendo già in pensione, viene richiamato in servizio. In quest’ambiente ingessato, immutabile, foggiato, soggetto a cerimoniali indiscussi, dove la nobiltà etichettata a volte non corrisponde alla nobiltà d’animo, emergono pettegolezzi, rivalità, amori e dissapori, interessi materiali, condizionamenti, pregiudizi, alterigie, intrighi, moralismi turpi e brutali, e così via, ma sorgono anche sani sentimenti d’affetto e di simpatia che fanno bene all’anima di chi li avverte dandogli vigore.
La sceneggiatura, che sintetizza egregiamente e con chiarezza gli sviluppi della storia e delinea con profonda sagacia i caratteri dei personaggi, che appaiono tutti brillanti e coinvolgenti, è caratterizzata nella parte finale dal ballo di cerimonia, che fa ricordare quello ancor più famoso de Il gattopardo (1963) di Luchino Visconti, come per indicare che in quell’ambiente altolocato e autorevole, tutto cambia affinché tutto rimanga com’è. Il film è il sequel dell’omonima serie televisiva inglese che ebbe inizio nel 2010 e termino nel 2015.
Filmografia: My So-called life (1994), Once and Again (1999), e tante serie TV.
Francesco Giuliano
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