Don Andrea Santoro: l’anniversario della morte

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Don Andrea Santoro                                                                                    L’anniversario della morte

La Bibbia non è nata per essere “studiata”, ma per essere “ascoltata” e “scrutata” nello Spirito,  in seno al popolo che l’ha partorita e dentro la nostra storia personale.  (don Andrea Santoro)

Don Andrea Santoro, nato a Priverno il 7 settembre 1945 e morto a Trabzon (Turchia) il 5 febbraio 2006, è stato un sacerdote e parroco a Roma in diverse chiese Se il mondo ha conosciuto don Andrea per il sacrificio estremo subito in terra turca, come testimone della fede cristiana e la sua grandezza spirituale emerge nel ministero sacerdotale vissuto, in pienezza di Spirito nella diocesi di Roma dal 1970 al 2000.

Di lui resta la testimonianza, non soltanto nel Seminario Romano, dove è avvenuta la sua formazione culturale e spirituale, anche nelle parrocchie dei Santi Marcellino e Pietro, della Trasfigurazione di Gesù di Nazareth e dei Santi Fabiano e Venanzio, dove visse e operò con generosità, sempre fedele alla Parola di Dio.

Nei molti anni del suo impegno di prete, che si nutriva della Parola di Dio e che la incarnava quotidianamente nella sua esistenza, don Andrea non si stancò mai di cercare persone da condurre o ricondurre all’incontro con Dio. Per lui la debolezza, la mitezza, l’umiltà, la disponibilità al dono e al servizio dell’altro sono state le armi vincitrici.

Ha avuto una vita intensa di rapporti umani durante i quali ha mostrato capacità e volontà di essere vicino a quanti si sono trovati in difficoltà morali e sociali. In particolare verso gli ultimi, i deboli, i diseredati, gli emarginati, i dubbiosi e gli afflitti. A ciascuno ha proposto speranza e fiducia e soprattutto la preghiera e un cammino di fede.

Don Andrea, uomo dall’intelligenza penetrante, si è impegnato con estrema energia nel dialogo con credenti di altre fedi e non credenti; un dialogo desiderato, proposto, offerto sempre, mai imposto nella certezza di essere tutti figli di un unico Dio. Nell’Omelia per la S. Messa di esequie nella Basilica di S. Giovanni in Laterano (10 febbraio 2006) il Cardinale Camillo Ruini ha detto: «don Andrea aveva preso tremendamente sul serio Gesù Cristo e, da uomo tenace e rigoroso, cerca con tutte le sue forze di muoversi sempre nella logica di Cristo, conformandosi a Lui. Per questo è stato inseparabilmente uomo di fede e testimone dell’amore cristiano».

Nel 2000, seguendo una particolare chiamata a farsi corpo di Gesù, nella terra dei Padri, don Andrea partì, fidei donum, per la Turchia, soggiornando prima ad Urfa e successivamente a Trabzon dove, per la testimonianza della sua fede in Gesù, raccolto in preghiera nella chiesa di Santa Maria, colpito da due colpi di pistola, incontrò il martirio.

Don Andrea diceva sempre: «Non sono venuto qui (in Turchia)  per convertire, ma per convertirmi».


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