FIRENZE – Nicola Tanturli, il bambino di 21 mesi che ha lasciato il Mugello (e l’Italia intera) col fiato sospeso per 36 lunghe ore, è stato dimesso dall’ospedale pediatrico fiorentino alle 10 di questa mattina. Trasportato al Meyer insieme alla sua mamma subito dopo il ritrovamento, finalmente è potuto tornato a casa dal padre e dal fratello di 4 anni con solo qualche graffio. Inevitabilmente però, adesso che il peggio è passato ed è avvenuto il “miracolo”, in molti si stanno chiedendo: come ha fatto un bambino così piccolo ad allontanarsi da casa per oltre 2 chilometri?
E’ il 23 giugno quando arriva l’annuncio che il piccolo Nicola è stato ritrovato in fondo ad una scarpata profonda una cinquantina di metri: ha le braccia e le gambe graffiate dalla sterpaglia ed è molto affamato, ma quando lo vediamo in braccio a Danilo Ciccarelli, il carabiniere che lo ha soccorso, sembra quasi tranquillo. Tutti quelli che si trovavano sul posto durante il suo lento e delicato recupero hanno parlato di un vero e proprio miracolo, ma il padre di Nicola, Leonardo Tanturli, non può non parlare della forza e della resistenza che, nonostante la tenera età, ha sempre dimostrato. Quando la tensione è scesa ha infatti trovato la forza di raccontare ai giornalisti com’è Nicola nella vita di tutti i giorni: un bambino abituato alla campagna ed alle lunghe camminate, che ha sempre avuto un’educazione ed un rapporto con la natura molto diverso dai bambini che crescono in città. Per questo, secondo una prima ricostruzione dei fatti, la sera della scomparsa sarebbe uscito di casa in modo autonomo per andare a cercare i genitori che sbrigavano le faccende agricole, prima di essere inghiottito, inevitabilmente, dal buio della campagna.
Proseguendo su questo ragionamento dunque, vivere in mezzo al verde di Campanara, una frazione di Palazzuolo sul Senio, potrebbe aver aiutato il piccolo a resistere il più possibile fino all’arrivo dei soccorsi, in una situazione che, come accade spesso quando scompaiono bambini così piccoli, avrebbe potuto trasformarsi in tragedia. In realtà gli elementi da chiarire restano ancora molti, e su questo punto il procuratore di Firenze, Giuseppe Creazzo, ha dichiarato che sarà aperto un fascicolo d’indagine, e che i genitori, per quanto non ancora ufficialmente indagati, saranno sottoposti ad un’attenta valutazione.
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