LATINA – La destagionalizzazione del litorale è un argomento caldo. Un tema che tocca da vicino l’economia della città ma anche e sopratutto il possibile sviluppo del litorale che a detta di tutti deve essere il volano per la crescita della nostra città. Eppure su questo tema esistono ancora reticenze e ritardi come denunciano anche gli attivisti Cinque stelle nel loro magazine in un interessante articolo a firma di Rita Schievano.
“Il disegno di legge sulla destagionalizzazione – scrive la Schievano – ha origini lontane rispetto a quanto ufficializzato pochi giorni
fa dalla Regione Lazio.
Da anni, infatti, le associazioni di categoria tra cui Assobalneari e Feder Balneari si interfacciano con i più alti livelli istituzionali – governo, regioni, Ue – su questo tema e sulle possibilità che una legge in materia offrirebbe In termini di sviluppo economico e turistico nei comuni dei territori costieri.
La destagionalizzazione nasce per sopperire, in parte, alla crisi economica che anche la categoria dei balneari si trova ad affrontare.
Quando fu approvata, la legge regionale n° 13/2007 organizzava il sistema turistico laziale, sebbene in essa non vi fossero contenuti articoli di riferimento specifici sulla destagionalizzazione.
A cosa fa riferimento la destagionalizzazione?
Il termine è divenuto molto popolare negli ultimi mesi in seguito alle vicende che hanno coinvolto il litorale pontino e, soprattutto, dopo il question time tenuto lo scorso 25 agosto al consiglio comunale di Latina. Lo scopo del question time, promosso da due consiglieri comunali dell’opposizione (Forza Italia), era comprendere quali fossero le intenzioni dell’amministrazione comunale.
Per capire le motivazioni di tanta enfasi sulla destagionalizzazione, è necessario comprendere quanto la legge disponeva già la scorsa estate.
Con la legge regionale n°8 del 26 giugno 2015 si è proceduto alla modifica dell’art.52 oltreché all’inserimento dell’articolo 52 bis nella legge regionale n°13/2007.
L’articolo 52 bis così recita nei suoi due commi:
1. Al fine di promuovere la destagionalizzazione dell’offerta turistica e lo svolgimento di attività collaterali alla balneazione sulle aree del demanio marittimo per finalità turistiche e ricreative, l’utilizzazione delle suddette aree ai sensi dell’art. 52 comma 1, può avere durata annuale, fatto salvo quanto previsto dall’atto di concessione.
2. In attuazione del comma 1, le strutture di facile rimozione utilizzate per finalità turistiche e ricreative, eventualmente presenti sull’area demaniale marittima assentita in concessione, possono essere autorizzate dal comune, su istanza del concessionario, a rimanere allocate sull’area demaniale marittima assentita in concessione per tutto il periodo di durata della stessa, ove in possesso dei titoli abilitativi, delle autorizzazioni, dei pareri e degli altri atti di assenso comunque denominati previsti dalla normativa vigente in materia.
Una novità importante in termini di destagionalizzazione che ha visto i Comuni della costa laziale recepire la normativa, a differenza del Comune di Latina che all’epoca della legge n°8 del 26 giugno 2015 era commissariato.
Il braccio di ferro per la destagionalizzazione tra balneari, amministrazione e magistratura si è protratto per un lungo periodo sino al mese di luglio 2016, arrivando persino al sequestro degli stabilimenti; successivamente, dopo il dissequestro delle strutture, la stagione, seppure in ritardo, ha potuto iniziare (definitivamente, e per tutti, solo a luglio).
Tutto ciò ha creato incertezza nell’utenza cittadina e ha veicolato il turismo estivo (sebbene in calo su tutto il litorale pontino) verso lidi di comuni limitrofi, in grado di offrire la garanzia dei servizi sin dall’inizio della stagione.
Un danno enorme per una città che non ha mai saputo davvero valorizzare la propria marina e, come se non bastasse, ha visto la sua stagione balneare falcidiata: se da un tratto (Capo Portiere-Foce Verde) la situazione degli stabilimenti era incerta, dall’altro (Capo Portiere-Rio Martino) i servizi affidati ai chioschi non erano presenti in seguito ai ricorsi sulla gara d’affidamento disposta con ritardo e senza le forme adeguate dalla Latina del Commissario – con il colpevole nsilenzio di tutti i partiti, compreso Forza Italia che oggi si fa domande in ritardo.
Quello che è certo è che la tanto attesa legge sulla destagionalizzazione, a Latina, non ha sortito gli effetti auspicati.
Sarà forse per la difficoltà interpretativa dell’art. 52 bis (sic!) che il 12 agosto 2016 la Regione Lazio definisce il regolamento (pubblicato sul bollettino ufficiale dell’ente il 16 agosto 2016) che rende ancor più chiaro l’intento di snellire la procedura burocratica agli uffici comunali.
All’articolo 18 del suddetto regolamento si fa presente che:
1. La Regione, ai sensi dell’art. 52 bis della Legge Regionale 13/2007 promuove la destagionalizzazione delle attività turistiche e ricreative sul demanio marittimo.
2. I comuni, anche nelle more di approvazione dei P.U.A comunali, fissano, entro il 30 settembre di ogni anno i criteri e le modalità ai fini del rilascio delle autorizzazioni di cui al comma 2, dell’ art. 52 bis della Legge Regionale 13/2007.
Si arriva, dunque, alla data del question time summenzionato con la situazione che sembrerebbe chiara – anche nelle more di approvazione dei P.U.A comunali, di cui Latina è sprovvista, si procede alla destagionalizzazione, vale a dire la possibilità per gli stabilimenti di tenere aperte per tutto l’anno le strutture -, se non fosse che l’assessore al Bilancio del Comune di Latina Giulio Capirci dichiara che l’ente ha dato incarico per la V.A.S. (VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA) in data 18 luglio 2016 cui dovrà far seguito una conferenza dei servizi con i vari enti per l’ottenimento di una valutazione positiva.
Ribadisce inoltre che sul demanio marittimo esistono vincoli di inedificabilità urbanistica, e che questa è una norma superiore.
Ciò che l’assessore sottolinea è estremamente vero, da sempre la cubatura sull’arenile è pari a zero.
Quanto detto, però, non è affatto determinante per quanto riguarda la destagionalizzazione.
La V.A.S e la conferenza servizi servono in funzione dell’approvazione del P.U.A, come richiesto dalla Regione Lazio, poiché il vecchio P.U.A. comunale è del 2003, e quello presentato in Regione (2012) non è mai stato approvato poiché privo di innumerevoli specifiche.
Ciò è quanto si legge nella determinazione N.G08505 del 08/07/2015 della Regione Lazio che aveva per oggetto la verifica di assoggettabilità a V.A.S., ex art. 12 del D.LGS. 152//2006 E SS.MM.II. relativa al piano utilizzazione de gli arenili (P.U.A.) del Comune di Latina.
La risposta della Regione Lazio in merito è: RINVIO a V.A.S., motivo per cui l’assessore ha conferito incarico per la V.A.S il 18 luglio 2016 come da lui stesso asserito durante il question time.
Nonostante Capirci ribadisca la volontà di dar seguito alla destagionalizzazione da parte dell’amministrazione, sottolinea che con ogni probabilità non sarà possibile prima del 2017.
In sostanza, un’amministrazione e una maggioranza che non si assumono le proprie responsabilità in merito alla destagionalizzazione se non dopo aver chiesto un ulteriore parere alla Regione Lazio e nonostante un regolamento regionale che parrebbe dare il via libera.
Non c’è traccia nell’articolo 52 bis di riferimenti urbanistici, né tantomeno i concessionari possono costruire nuovi stabilimenti – si tratterebbe di un rilascio di una nuova S.C.I.A, la stessa che gli consente già oggi di lavorare.
Una destagionalizzazione che offrirebbe alcuni vantaggi come la pulizia dell’arenile che costerebbe di meno alle casse del comune, in quanto effettuata dai concessionari sulle spiagge di pertinenza; una maggiore sicurezza del litorale che, puntualmente, con la chiusura della stagione balneare, viene abbandonato a se stesso; la possibilità occupazionale e l’incremento turistico/economico; l’opportunità per i cittadini di recarsi al mare anche in occasione dei ponti o festività (laddove il tempo lo permetta) potendo usufruire di servizi.
E sarebbe sufficiente una delibera, come fatto dagli altri comuni, ma a Latina ciò che non è complicato lo si deve complicare in ogni modo”.
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