Lo sfogo del sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, nel post pubblicato un’ora fa.
La situazione sociale ed economica si fa sempre più drammatica. Paragonabile ad una fase post bellica. Credo la più grave crisi dalla seconda guerra mondiale. La coesione nel Paese è fragile, rancore diffuso, esasperazione e rabbia crescenti. Non si sono messe in campo, da parte dell’Europa e del Governo, le misura necessarie di una economia di guerra.
Il Presidente del Consiglio Conte disse, con efficacia, qualche settimana fa, rivolgendosi a noi sindaci: “siete le sentinelle del territorio”. Ebbene, un generale che non recepisce il grido di dolore delle sentinelle e le abbandona è un generale che non comprende che così perde la guerra. Ma la storia siamo anche noi. E non sarò silente di fronte a condotte completamente errate.
Da sentinella napoletana, nonostante l’abbandono che avverto sulla pelle, non mollerò fino all’ultimo respiro, tutte le mie forze e le nostre forze le impegneremo per salvare #Napoli e farla ripartire. Ma provo profonda delusione e rabbia per l’inadeguatezza di concretezza e visione.
Ai miei concittadini mi rivolgo con umiltà e passione, chiedendo unità e resistenza. Metteremo in campo ogni azione, con poche risorse umane e senza soldi, per trovare il modo di lottare insieme e rinascere. Gli ostacoli sono troppo numerosi e grandi, ma so che siamo una grande comunità, della quale sono orgogliosissimo di esserne il Sindaco.
Napoli è stata esemplare nella fase 1. Non voglio trovarmi a contare le vittime di un disastro sociale ed economico prevedibile. Non mollerò mai, non appartiene al mio DNA. Ma credetemi dobbiamo vincerlo noi lo scudetto.
Altri, ancora una volta, hanno deciso di abbandonare le comunità più fragili. Noi, nei prossimi giorni, metteremo in campo tante azioni per la riscossa. Dall’estate a Napoli, al piano di mobilità, dalle fasce deboli, all’utilizzo degli spazi pubblici. Proveremo a creare economia dal basso e consolidare giustizia sociale ed uguaglianza. Le sentinelle non mollano presidente Giuseppe Conte, senza i Comuni e, quindi, senza il popolo, il Paese non riparte. Avete fatto un errore politico molto grave e grande.
Noi lavoreremo per vincere questa guerra perché non è giusto che il popolo e soprattutto i più deboli paghino un prezzo altissimo senza colpe. Non saremo complici e conniventi di una cronaca annunciata di una tragedia sociale ed economica.
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