Dante e i numeri

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I matematici hanno cercato invano di scoprire un qualche ordine nella successione dei numeri primi, e abbiamo ragione di credere che è un mistero che la mente umana non potrà mai penetrare. 

Eulero

 La numerologia, come arte di indovinare il futuro e soprattutto come  interpretazione del significato magico dei numeri, ha avuto nell’intera opera letteraria di Dante Alighieri una particolare rilevanza. Ha scritto il critico letterario Giuliano Vigini: «La Divina Commedia è una complessa quanto sapiente architettura poetica, filosofica, e teologica che poggia su un sistema di numeri: matematici, astronomici, biblici in cui – palesi o nascosi che siano – scienza e simbolismo si uniscono perfettamente nel comporre la visione del creato, il mondo dell’uomo e l’universo di Dio».

I numeri delle tre cantiche del capolavoro dantesco hanno una notevole importanza. Infatti il sommo poeta attribuisce a ciascun numero una valenza ricca di significato che va ben al di là della rappresentazione aritmetica per assumere una ben precisa funzione simbolica. I più importanti numeri che si trovano nelle tre le cantiche, Inferno, Purgatorio e Paradiso, sono 1, 7, 9 e 10 e anche 100, 500 e 1.000.

Alcuni numeri, come 3, 10, 33, 35, 1300, si possono rintracciare nella struttura della Divina Commedia, in particolare nel viaggio ultramondano intrapreso dal poeta. Infatti 3 è il numero delle tre cantiche, il 3 unito al numero perfetto 10 forma il 33 che sono i canti che strutturano ogni cantica (a eccezione dell’Inferno, che ne presenta un canto in più per giungere al numero pieno di 100).

Dante, durante la stesura della sua più famosa opera letteraria, utilizza continuamente i numeri che sono collocati e interpretati secondo i vari contesti e secondo le diverse finalità.                       Come profondo conoscitore della Bibbia, il poeta fiorentino, nel raccontare e descrivere i numerosi episodi e personaggi del poema, fa riferimento spesso ai numeri e soprattutto al significato e alla valenza simbolica degli stessi presenti nell’Antico e nel Nuovo Testamento.

I numeri-chiave della Bibbia, che si innestano nella visione teologica dei singoli autori neotestamentari, sono sette (e i suoi multipli), tre, quattro, dieci e dodici. Nell’interpretazione simbolica dei numeri il sette occupa il primo posto come rappresentazione di completezza e compitezza, poiché sono sette i giorni della Creazione, che avviene secondo un ritmo settenario. Nella simbolica numerica dell’Antico Oriente, il numero sette è considerato come simbolo di perfezione e di mistero divino e nella Bibbia, ha valore simbolico di interezza.

Nel terzo libro della Bibbia, il Levitico, sono indicati calcoli teologici imperniati sul numero sette. Sette sono i giorni della Creazione, sette sono i giorni della settimana, sette sono gli anni di benessere e di carestia.                                              L’insistenza sul numero sette vuole indicare che tutto ciò che esiste è uscito da Dio ed è destinato a Dio che è tutto ciò che è stato creato è buono e positivo.

Anche il numero tre ha una notevole importanza sia nella Bibbia che nella Divina Commedia. Nel testo biblico le parti del creato sono tre, tre le principali feste del calendario ebraico, tre i giorni e le notti che Giona trascorre nel ventre del pesce.

Nella Commedia dantesca il numero tre è quello più frequentemente applicato dal punto di vista simbolico (78 volte, di cui venticinque nell’Inferno, trentadue nel Purgatorio e ventuno nel Paradiso); tre sono i regni, tre le virtù teologali, tre le guide che accompagnano Dante nel suo viaggio ultraterreno (Virgilio, Beatrice, san Bernardo), tre le donne (Maria, Lucia, Beatrice) che accorrono in aiuto del poeta, tre le belve incontrate nella selva oscura, tre i fiumi infernali, tre i volti di Lucifero,

 Altri numeri importanti si possono ulteriormente rintracciare nella narrazione poetica che Dante fa del suo travagliato percorso umano e spirituale nel mondo dell’aldilà.


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