Il cedimento della strada Lungomare in località Caprolace dà la stura a nuove polemiche nel mondo della politica sabaudiana.
Più che il fatto in sé, a scatenare però la reazione di Cittadini per Sabaudia sono le parole del sindaco Alberto Mosca che a caldo aveva imputato la vicenda “alle conseguenze di un’incuria protrattasi per troppi anni”.
“La calamità naturale che sta colpendo il nostro territorio – esordisce il capogruppo consiliare, Paolo Mellano – è purtroppo frutto dei cambiamenti climatici degli ultimi anni e su questo tema a nostro avviso come comunità servirebbe solo lavorare insieme. È il momento di unire le forze e la politica dovrebbe solo dare il buon esempio.
Invece per l’ennesima volta il Sindaco Mosca non perde occasione per scaricare colpe sul passato. Allora è doveroso ricordare al Sindaco Mosca dalla memoria corta, che quando parla di ‘anni di incuria’ dovrebbe chiedere ai suoi Assessori che hanno già amministrato e che avevano già la possibilità di intervenire su queste infrastrutture viarie oggi colpite dalla calamità”.
Il riferimento di Mellano va al 2006 “quando l’amministrazione Schintu, con vice Sindaco Giovanni Secci dal 2002 al 2006 e Assessore Roberto Bordignon dal 2005 al 2006, oggi ancora in Giunta con il Sindaco Mosca, acquisisce dalla Provincia sia Strada Lungomare Pontino sia il Ponte Giovanni XXIII, pensando di fare un affare con gli introiti dei parcheggi”.
“Ma avevano valutato che sia la strada sia il ponte avevano bisogno di un’importante manutenzione? Avevano valutato che prendevano un ponte del ‘63 e una strada del ‘34 che necessitavano di lavori?” chiede Mellano, ricordando che “tali lavori non sono stati effettuati negli anni successivi, nemmeno nel 2010 quando fu declassato, periodo in cui, dal 2009 al 2012, Secci fu nuovamente vice Sindaco”.
“Gli unici lavori su questi beni acquisiti dalla Provincia – rivendica il consigliere di minoranza – sono arrivati solo dal 2018 con l’amministrazione dei Cittadini per Sabaudia, quando ottennero un investimento di 650 mila euro per mettere in sicurezza il Ponte Giovanni XXIII”. Così come rivendica che lo stesso governo-Gervasi “è stato anche l’unico ad aver iniziato concretamente a contrastare l’erosione ottenendo fondi regionali con 2 progetti in attesa solo delle ultime autorizzazioni e un altro progetto con Latina capofila, nonché quello che ha più volte sollecitato interventi dei sovraenti anche sul Canale Romano presso Torre Paola in quanto c’è una competenza del Demanio Regionale come tutte le foci dei laghi e del Ministero dei Beni Culturali, vista la valenza storica, per evitare successive problematiche anche sulla strada sovrastante.
Secondo Mellano, quindi, “il sindaco non può far finta di non conoscere la storia dei suoi uomini più fidati. Ed oggi deve solo rimboccarsi le maniche e programmare interventi concreti per la salvaguardia del territorio comunale. Non basta il progetto di fattibilità approvato, peraltro un doppione di quello previsto dal Parco Nazionale del Circeo per il bando Parchi X il Clima per il 2021, che da Delibera dovrebbe trovare copertura con un altro mutuo, mettendo così una croce su altre opere importanti per la città. Ancora una volta scelte sbagliate di cui pagheremo noi cittadini le conseguenze”.
“Per ora sentiamo solo parole: basta fare un giro per la città per rendersi conto, in pochi mesi, dello stato di abbandono! Non basta tagliare l’erba, non basta scaricare le colpe su ‘quelli di prima’. Se non ci si muove sarà sempre peggio!” calca la mano il leader di Cittadini per Sabaudia, ribadendo che, oltre ai lavori su strade (Via Carlo Alberto e S. Isidoro tra le tante) e ponti (Giovanni XXIII, Arciglioni e Artiglieri), se quest’anno non piove nelle Scuole e nelle Palestre forse è proprio merito di chi dal 2017 ha programmato, reperito fondi e realizzato interventi”.
“Noi per Sabaudia ci siamo stati, ci siamo e ci saremo sempre, concretamente – si legge in chiusura di nota – pronti a fare e proporre soluzioni costruttive grazie all’esperienza acquisita, le chiacchiere le lasciamo ad altri!”.
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