LATINA- Da Venerdì 2 Luglio sarà possibile firmare per i sei quesiti referendari sulla giustizia promossi dai Radicali e dalla Lega di Matteo Salvini.
In ogni piazza italiana ci saranno banchetti organizzati dal comitato promotore per la “Giustizia Giusta”. A Salvini e alla Lega possono essere rivolte numerose critiche, io non mi sono mai risparmiato in tal senso. Tuttavia, in questo che è il capitolo decisivo del riformismo italiano – assieme all’assetto istituzionale della Repubblica – il “Capitano” ha dimostrato coraggio e visione, costituendo assieme agli amici e compagni radicali sei quesiti che aggrediscono la cancrena della giustizia italiana. L’obiettivo è essere in linea con tutti i paesi europei e del mondo civile e liberale, nel rispetto delle garanzie e dei diritti. Piena applicazione, cioè, di quella bellissima frase scolpita in ogni aula di tribunale: “La legge è uguale per tutti”. Sì, vorremmo che lo fosse anche per i magistrati.
Dopo trent’anni di sbornia manettara e di supplenza spregiudicata del potere giudiziario su quello legislativo ed esecutivo (come non dimenticare le monetine al Raphael, “Forza Di Pietro” nonostante i tanti suicidi e gli arresti di palesi innocenti, Enzo Tortora e tanti altri presunti mostri gettati al pubblico ludibrio), il vaso di Pandora ha scoperchiato i vulnus del sistema giudiziario: i veleni al Csm, il caso Palamara, il correntismo esasperato hanno compromesso la fiducia dei cittadini nel potere giudiziario: il 50% degli italiani, secondo un sondaggio Emg, non si fida delle toghe.
Dunque, è essenziale che questi referendum siano sottoposti alla volontà popolare. E bene, dal 2 luglio, recarsi ai banchetti per apporre la propria firma ai seguenti sei quesiti:
- Riforma del Csm. Il Consiglio Superiore della Magistratura è l’organo di autogoverno della magistratura presieduto, come prevede la Costituzione, dal Capo dello Stato. Ne fanno parte, oltre a magistrati, anche membri laici di nomina parlamentare. La normativa vigente prevede che, se un magistrato voglia candidarsi al Csm, debba raccogliere tra le 25 e le 50 firme. Ciò evidentemente privilegia quei giudici che abbiano un legame con una delle correnti organizzate con una importante forza di mobilitazione. Firmando il quesito, qualsiasi magistrato potrà candidarsi senza raccogliere alcuna firma. Dunque, si depotenziano le correnti.
- Responsabilità diretta. I magistrati che ingiustamente condannarono Enzo Tortora hanno fatto tutti carriera. Nessuno ha pagato per un errore che è costato al noto giornalista non soltanto la galera e il processo mediatico, ma anche la malattia e la morte. Firmando il quesito, si introduce la responsabilità diretta per il magistrato che sbaglia.
- Equa valutazione dei magistrati. Chi valuta i magistrati? Altri magistrati. I Consigli giudiziari, infatti, organi territoriali preposti alla valutazione delle toghe prevedono la partecipazione di membri “laici”, cioè di avvocati e docenti universitari di materie giuridiche. Questi membri laici, tuttavia, non possono entrare nel merito della valutazione, rimanendo soggetti passivi. Firmando il quesito, si consente ai membri laici dei Consigli giudiziari di partecipare attivamente alla valutazione del magistrato.
- Separazione delle carriere. Firmando il quesito ogni magistrato, ad inizio carriera, dovrà scegliere se svolgere la funzione inquirente o giudicante, senza possibilità di tornare indietro.
- Limiti agli abusi della custodia cautelare. E’ uno degli aspetti fondamentali e delicati dell’intero pacchetto referendario. Infatti, nel 2020 l’Italia è stata protagonista di 750 casi di ingiusta detenzione per i quali ha dovuto versare 37 milioni di euro di soldi pubblici, cioè nostri, di indennizzi. Il 31% della popolazione carceraria, da noi, è in regime di custodia cautelare. Siamo il paese europeo con la percentuale più elevata. Firmando il quesito, si elimina la possibilità per il giudice di attribuire la custodia cautelare per “reiterazione del medesimo reato”.
- Abolizione Decreto Severino. L’incandidabilità, ineleggibilità e decadenza per i politici e gli amministratori pubblici non sarà automatica alla condanna, firmando il quesito, ma spetterà alla valutazione discrezionale del giudice stabilire, caso per caso, la decadenza dai pubblici uffici.
Ps: Le appartenenze partitiche non c’entrano nulla. Qui si firma sul merito di questioni che attengono alla vita e alla carne viva di ognuno di noi. I promotori sono i Radicali ( che su questi temi, a dir la verità, si battono da sempre!) e la Lega di Salvini (la cui evoluzione è un merito per il suo segretario, essendo passati dal cappio sventolato a Montecitorio durante Tangentopoli al garantismo di Cesare Beccaria), ma avrei aderito al Referendum anche se questo fosse stato promosso dai Maoisti o dal Movimento Rivoluzionario e Proletario per il Comunismo realizzato.
Non deve interessare chi propone il Referendum, ma COSA propone. Sarebbe interessante sapere cosa ne pensino il Partito Democratico ed il Sindaco di Latina. Se, cioè, i loro riferimenti siano Beccaria, i fratelli Verri , Calamandrei oppure Travaglio, Davigo e Tonino Di Pietro.
Ci facciano sapere che noi, intanto, venerdì 2 luglio andremo a firmare!
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