Da Mattarella un sì solo se è chiamato ad una missione storica la più alta per un Presidente della Repubblica: il rinnovamento costituzionale! A sentire Galli della Loggia sul Corriere della Sera non c’è scampo! Le analogie tra le situazioni di Draghi e De Gaulle sarebbero talmente tante che portano dritto alla Repubblica semipresidenziale. Giustamente Galli della Loggia lamenta che l’ultimo tentativo fatto fallire di rilanciare la Repubblica parlamentare è stato quello di Renzi addebitando la sconfitta semplicisticamente al suo narcisismo esuberante. A mente fredda occorre ricordare che l’opposizione incontrata da Renzi fu la reazione scomposta di tutti quelli che desumevano dall’ottimo risultato del PD alle europee un’ascesa irresistibile di Renzi e del suo PD dai connotati di un centrosinistra blairiano senza trattino L’enfasi dichiarata da Renzi della necessità di approvare la sua riforma al punto di farne dipendere la sorte della sua sopravvivenza politica. Fu l’autogoal più allettante per tutti i suoi avversari tanto più che il suo alleato Berlusconi si era sfilato, spasmodicamente teso ad ottenere un salvacondotto per sfuggire alla decadenza fissata nella sua legge la Severino. Nessuno ha sottolineato un altro merito di Renzi di aver evitato per le sue pretese personali di associare Berlusconi nella scelta del nuovo Presidente per escludere di subire sue possibili ipoteche sull’elezione di Mattarella. Un capolavoro considerata la sua fedeltà costituzionale, l’orizzonte e la barra dritta sull’Europa, la sua riconosciuta terzietà. Andiamo per gradi. Il primo effetto positivo di una riconferma di Mattarella è quella di sgombrare il campo dal possibile timore di un’alternativa Draghi con conseguenti elezioni anticipate invise a tutti i parlamentari tranne Salvini e la Meloni. Secondo effetto positivo, in realtà il primo assoluto sul piano storico accompagnare i lavori dell’Assemblea costituente eletta insieme con le politiche per riformare la Costituzione a partire dalla fine del bicameralismo paritario, unico in Europa, come pretendere di gareggiare in formula 1 con una macchina d’epoca! Terzo effetto positivo legare il suo mandato alla fine dei lavori dell’Assemblea costituente tenendo ben salda la sua terzietà. Quella di prevedere un’Assemblea Costituente è l’unico segnale alto da poter dare per chi come Fico ha esordito nella sua Presidenza alla Camera rivendicando la centralità del Parlamento mentre la prassi costante, anche se necessitata, è quella della sua sepoltura sotto i voci di fiducia e la conseguente sfiducia del Paese verso le sue istituzioni. Ben venga nell’Assemblea costituente il confronto trasparente e leale tra una Repubblica parlamentare rinnovata e quella semipresidenziale (sia detto tra parentesi che rivela in Francia i primi scricchiolii). Per questa missione alta non penso che Mattarella potrebbe sottarsi e segnare una grande svolta nella storia patria ed europea nel momento in cui possiamo tornare protagonisti ed all’altezza dei padri costituenti!
Rodolfo Carelli
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