Da bambino nel basket. E’ la storia di Aldo Odone. Prima giocatore, poi allenatore,sempre nell’ambiente della palla a spicchi, cominciando con dirigente Pino D’Alessandro al Circolo Cittadino, l’ allenatore era Angelino Muzio. Il suo polso faceva impazzire il coach, quando tirava il movimento tecnico era da manuale, anche da lunghe distanze ad appena 12 anni. Quando il cancello era chiuso il buon Aldo era pronto a scavalcare e restare da solo a giocare sino a tarda sera. Si specializzava nell’arresto e tiro che diventò il suo marchio di fabbrica con obbligatorio stop in lunetta dopo virata ad alta velocità. La sua storia importante inizia, come quella di tanti cestisti pontini, nell’Ab Latina. Negli anni 70 Odone giocava da applaudito titolare nella serie B nel ruolo di playmaker fornendo assist deliziosi a Gianclaudio

Pennacchia e Walter Vigna. Gli spettatori erano incantati da certe giocate spettacolari che facevano spellare le mani in tribuna.Una strana coppia quella di Aldo e Walter, il primo alto un metro e

settanta, l’altro più di due metri. Una squadra per lo più composta da giocatori di Latina e

provincia che sfiorò la promozione in A2. Per Aldo non ci fu una seconda occasione. Fastidiosi

dolori alla schiena lo costrinsero a rinunciare al basket ad alti livelli, per cui nei due anni successivi

divenne il playmaker nel Sora in serie D. Nel 1981, a 26 anni, ha lasciato i l campo, ma non la

pallacanestro, per iniziare la sua lunga carriera di allenatore. Anni dedicati interamente al settore giovanile.

La sua carriera cominciò nell’Ab Latina – la sua società del cuore – dove dette vita ad un lungo

sodalizio con i l presidente Sergio lucci, convinto sostenitore del settore giovanile. Aldo costruiva i

giocatori insegnando i fondamentali individuali con molta cura, come il suo maestro Luciano Marinelli, quella di Aldo era una vera passione, senza orari. La sua seconda casa era i l Circolo Cittadino, l’arena simbolo del boom cittadino. Ha cresciuto tanti virgulti

allenandoli anche dopo la fine dei campionati federali e fuori dagli orari fissati, singolarmente o durante le

partitelle accanite che i ragazzi ogni giorno giocavano tra di loro. Fisici eccezionali a Latina su cui si concentrò il lavoro dei tecnici del Cosmos. Annate d’oro, come quelle dei nati dal 1970 al ’74. Stefano Zanier, Gabriele Casalvieri, Luca Tommasini, Matteo Tosolini, Andrea Pistilli, Alessandro Zanier lasciarono Latina per i vivai delle squadre di serie A. A l t r i come Pavan, Traversari, Londero, Rigoni, Ravieli, Ripepi,

Martufi, Gardosi hanno continuato la loro carriera nell’Ab Latina o in altri club della regione,

sostenendo per anni tutto i l movimento. Furono tante le finali nazionali giovanili

disputate dai Cosmos. “Un anno il presidente Sergio lucci pagò l’aereo a Paolo Pavan e Andrea Pistilli per permettergli

di giocare le finali Juniores e Cadetti che si disputavano quasi in contemporanea” ricordava Aldo. Sui

tanti ritagli di giornali conservati riviveva le vittorie più belle e importanti, come i l titolo italiano vinto con

gli juniores regionali in Puglia nel 1993. In quegli anni il coach venne chiamato a stagione i n corso anche per guidare la prima squadra, ma la promozione in serie B2 saltò per una sconfitta all’ultimo secondo contro

la Fortitudo Roma. L’epopea dei Cosmos finì. Il presidente lucci annunciò ad Aldo

l’intenzione di cedere la società a Bruno Giannelli e la Virtus – l’altra squadra di Latina – si fece subito avanti. “Rodolfo Salomone ed Enzo Vernacchio si presentarono con i l contratto in mano, dandomi la possibilità di fare i l

professionista. I ragazzi più piccoli venivano a trovarmi con le lacrime agli occhi. Era difficile fargli

capire le ragioni della mia scelta”. La rivalità tra Cosmos e Virtus era forte, ma negli anni che

seguirono il club virtussino si segnalò come primo club della città, con una scalata

impressionante salì dalla serie D alla B1. Aldo continuava i l suo lavoro con i giovani per

prepararli al salto in prima squadra. Nell’ultimo anno della società virtussina in B1 nel 98-99, dopo l’esonero

dell’allenatore Alberto Brogialdi toccò ad Aldo guidò per due mesi la prima squadra, poi lasciò

spazio a Renato Sabatino. I l suo settore preferito restava i l lavoro con i giovani, con i

quali riusciva sempre ad instaurare un rapporto privilegiato, confidente ascoltato. Sist, Mascetti, Polselli, Donadio, Dentici, alcuni dei giovani da lui allenati. La Virtus nel 1999 ha ceduto il titolo sportivo a un club di Pesaro, Aldo è ripartito da Aprilia con un proficuo lavoro nel vivaio. Ha continuato la sua “missione” nel

basket a Cisterna, sempre con i giovani. Al suo funerale era presente tutto il mondo dei canestri pontino, rappresentava un pezzo di tutti noi.

 


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