LATINA – In questi giorni si fa un gran parlare di cultura, con particolar riferimento al Palazzo della Cultura chiuso e inagibile da mesi. Un argomento che tocca da vicino due giovani candidati di Cuori Italiani: Roberta Di Giovanni (che dell’argomento si occupa da anni in prima persona, come appassionata e come operatrice) e Stefano Cardillo (che ha incentrato la sua campagna elettorale su università e cultura). Dalle parole e dalle immagini di questi giorni sono scaturite interessanti osservazioni.
Fa enormemente piacere in questi giorni notare il reportage fotografico sulle condizioni disastrose del Palazzo della Cultura. Un reportage reso noto da Clemente Pernarella che mostra il Teatro dei Mille e altre piccoli dettagli di una struttura dichiarata inagibile quasi un anno fa ormai.
Purtroppo una denuncia che non dice nulla di nuovo, visto che la situazione è stata denunciata da tempo da altri addetti ai lavori e da semplici appassionati. Come dimenticare i numerosi incontri organizzati da un movimento civico capitanato da Moriconi, Finotti, Toselli, Lanzidei e Giorgione?
Un anno fa questi ragazzi (al tempo Pijamose il teatro) ci avevano messo la faccia protestando contro chi aveva ridotto in quello stato e non solo. La loro protesta era anche rivolta contro chi in quel teatro ci operava, da anni, con spettacoli e stagioni.
Perchè chi lavorava lì dentro non ha denunciato la cosa? Perchè chi era a conoscenza dei pericoli per il pubblico pagante non ha denunciato la cosa e, se l’ha fatto, come mai ha continuato ad operare?
Apriamo una parentesi: una denuncia ufficiale non si fa tramite un post sui social o parlandone al bar.
Nel Palazzo della Cultura ci sono stati diversi spettacoli, a volte addirittura stagioni dedicate ai più piccoli, dedicate alle scuole, dedicate al pubblico più adulto.
Eppure quando pioveva, all’interno dei teatri c’erano perdite. Al Cafaro c’erano addirittura travi di legno marcio sul soffitto (il teatro piccolo è tutto rivestito di legno all’interno, per chi non lo sapesse). Oltre al fatto che pioveva sul pubblico, la pericolosità di un soffitto marcio non serve spiegarla a nessuno.
E tutti questi spettacoli…da chi erano organizzati? Spettacoli e stagioni per i quali si chiedevano finanziamenti regionali, oltre a chiedere esosi ingressi al pubblico. I guadagni a chi andavano? Non al comune di certo. Il comune incassava un affitto e il resto?
Perché fare queste considerazioni?
Perché magicamente in questi giorni si fa una battaglia per il Palazzo della Cultura, con fotografie dall’interno di uno stabile chiuso al pubblico e inagibile. Perché magicamente c’è un interesse intorno a un argomento sollevato da tempo da chi lì dentro non ci guadagna un euro, mentre ora lo solleva chi ci ha mangiato. Perché chi oggi denuncia e si innalza a salvatore della patria è lo stesso che nel palazzo della cultura ci ha organizzato spettacoli e rassegne nonostante sapesse le condizioni e i rischi.
L’affondo arriva direttamente dal Responsabile Provinciale di Cuori Italiani, Enrico Tiero.
“Il signor Pernarella, che viene apertamente dichiarato come futuro Direttore del Teatro se Enrico Forte dovesse diventare sindaco di Latina. Il signor Pernarella che dichiara di aver scritto post social e aver parlato con un sacco di persone per denunciare lo stato di degrado del teatro, quando sarebbe stato opportuno fare denuncia in procura. Ma no. Lui li dentro ci lavorava nonostante sapesse.
Ora…è il nuovo supereroe. Certo.
Ottima scelta da Forte. Una bella coppia. Un consigliere regionale che non ha mai alzato un dito per la nostra città, ora si candida. Un consigliere che sceglie un direttore del teatro che ha fatto il comodo che voleva in una struttura pur essendo a conoscenza dei problemi e dei rischi.”
Sarebbe stato più onesto non organizzare nulla e opporsi al sistema.
Bisogna far rinascere il livello culturale di questa città dalla passione e dalla competenza mettendo da parte gli interessi…che poi sono quelli di tutti quando si parla di una città che è la nostra.
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