LIVORNO – Venerdì sarà ultimato il murales in via Strozzi vicino al Centro Donna firmato Aryz, lo street artist americano giunto in Italia grazie al consorzio MuraLi e al finanziamento della Fondazione della Banca di Castagneto Carducci. Nel frattempo sui social infuriano le polemiche, e non è la prima volta. Sul soggetto, una donna che mostra le interiora, la necessità, sul fatto che i murales a Livorno iniziano ad essere molti, firmati MuraLi e Uovo alla Pop, sull’estetica dell’opera d’arte, e sulla sua legittimità, perché in molti si domandano se tutti lo avrebbero voluto questo murales, su una superficie pubblica. Le firme degli agguerriti post su Facebook sono le solite che hanno sollevato dubbi riguardo ad altri murales, quello di Modigliani in via Roma ad esempio o quello di Mascagni sugli Scali delle Cantine. Si tratta di personaggi conosciuti in città, gli artisti Federico Maria Sardelli e Stefano Caprina e i giornalisti Giuseppe Mascambruno, ex direttore de La Nazione, Alessandro Barabino ex Tirreno e Stefania D’Echabur. “Una schifezza”, “Non c’è rispetto per il cittadino” e altro ancora si può leggere sui loro post e sui relativi commenti degli altri utenti. I murales a Livorno stanno riempiendo le mura cittadine, una nuova forma di street art che non è relegata alle periferie e solamente alla protesta, come nelle origini storiche del movimento il cui padre è il grande e compianto Keith Haring. Mascagni, Modigliani, le Leggi Livornine, e tanti altri temi, i murales livornesi hanno assunto una caratteristica storica e culturale, condivisa a livello istituzionale dall’amministrazione comunale che in più occasioni ne ha patrocinato la realizzazione. Le polemiche quindi dal mero gusto estetico ed artistico potrebbero sfociare anche in campo politico.
In risposta alle pesanti critiche da parte dei già citati e noti personaggi, conosciuti, stimati e referenziati in città, basti pensare al direttore d’orchestra, pittore e vignettista del Vernacoliere Sardelli, arriva la risposta di MuraLi con Ilaria Tamalio, con l’invito al confronto e alla conoscenza del lavoro svolto, e ad uscire dalla diatriba sui social media: “La gente non deve basarsi solo sui post di Facebook – attacca Ilaria Tamalio – in molti hanno relegato il murales a una sezione di una donna in radiologia. Non è così, l’immagine è un collage composto dalla testa della donna e dai suoi organi e sta a significare quanto l’essere umano sia allo stesso tempo forte e debole. L’immagine spesso non fa vedere quello che c’è all’interno, tutte le sfaccettature dell’essere umano in generale. Aryz è un artista di fama mondiale, per rendersene conto basta andare a vedere le sue opere sul suo sito e sui social e guardare il gran numero di follower al suo seguito. I suoi lavori sono in tutto il mondo e il suo lavoro per Livorno, che ha avuto una durata di studio di due anni, è stato realizzato in forma del tutto libera, senza nessun bozzetto dell’opera da far valutare a terzi. Aryz è un artista essenzialmente libero che ha scelto Livorno per la residenza artistica della sua opera liberamente ed ha realizzato il progetto secondo il suo pensiero. A noi spetta il compito di diffondere l’arte e non di fare pubblicità a qualcosa o qualcuno per forza. Il contesto urbano in cui il murales è stato realizzato rispecchia il concetto di arte urbana contemporanea. Ma siamo comunque aperti alle opinioni diverse e invitiamo tutti alla presentazione dell’opera il 9 mattina alle 11 per confrontarsi direttamente con l’artista e con l’opera terminata, perché si badi bene, mancano ancora due giorni di lavoro per terminarla. Aryz è un artista incredibile sotto tutti i punti di vista e va preso per come è. Non esiste solo Facebook, il compito della cultura è praticare i luoghi in cui viene espressa. Per quanto riguarda l’utilizzo di una superficie pubblica, noi di MuraLi abbiamo iniziato con il primo murales nel bosco dei Cappuccini grazie a una colletta pubblica, poi abbiamo collaborato con la Lipu, le scuole superiori di Livorno, Legambiente, Asa, Aamps per diversi progetti in diversi quartieri e non abbiamo mai né selezionato né imposto le opere. Le critiche per l’utilizzo di uno spazio pubblico per un nuovo contesto urbano non hanno fondamento, perché un murales ha la durata che ha, non abbiamo costruito un palazzo di cento piani né disboscato alberi o cementificato il territorio, i disegni sono realizzati con vernice ad acqua ed hanno una lunghezza di vita ben determinata. L’invito è alla ponderazione e alla curiosità e ad uscire dai social. Se qualcuno vuole parlare con noi venga all’inaugurazione e non resti dietro allo schermo del pc o dello smartphone, la discussione è il valore più importante, non la provocazione e le cattive riflessioni. Aryz è un artista sensibile e invitiamo tutti ad apprezzare la leggerezza delle sue opere, ad approcciarsi a questo murales con curiosità. La sua prossima opera sarà realizzata addirittura in Giappone a Tokyo per la nota boutique Hermes, l’invito è a dialogare con lui e lasciar perdere le lamentele”.
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