Ieri qualcuno annunciava che la Regione Lazio quest’estate regalerà le spiagge libere agli stabilimenti balneari. Apriti cielo. Le reazioni non si sono fatte attendere, anche perchè qui a Latina da due anni a questa parte gli stabilimenti, per volontà comunale e dell’assessore Lessio in particolare, hanno già avuto questa opportunità che ha penalizzato molto i vacanzieri giornalieri che non possono permettersi di pagare fior di quattrini per stendersi al sole e farsi un bagno.
“Non è vero” dice Salvatore La Penna, consigliere regionale e componente della commissione che si occupa proprio di tutela del territorio, erosione costiera e via discorrendo, “A tutti sarà garantita la libertà di accesso gratuito in spiaggia”.
Anche se certamente “ci sarà il problema del controllo e della vigilanza. Ma in tal senso si potrebbero fare delle convenzioni transitorie con stabilimenti contigui, ma sempre garantendo il diritto all’accesso gratuito. Certamente anche nelle spiagge libere ci saranno da controllare i flussi e le distanze”.
E infatti ieri qualcosa in più è stato spiegato dall’Inail e dall’Istituto superiore di sanità, con delle linee guida a cui tutti si dovranno attenere.
Come si dovranno comportare gestori e utenti?
La spiagge, c’è scritto, saranno a prenotazione. Gli ombrelloni posizionati a 5 metri di distanza,. Il distanziamento dovrà essere rispettato anche in acqua e le piscine degli stabilimenti saranno chiuse.
Queste le indicazioni di massima. Ma vediamo i particolari.
Intanto sono vietate tutte le attività ludico-sportive e gli utenti dovranno indossare la mascherina da quando arrivano, fino al raggiungimento della postazione assegnata e quindi all’uscita.
Per la fruizione di servizi igienici e docce va rispettato il distanziamento sociale di almeno 2 metri, a meno che non siano previste barriere separatorie fra le postazioni e andranno installati dispenser per l’igiene delle mani a disposizione dei bagnanti in luoghi facilmente accessibili nelle diverse aree dello stabilimento.
Gli ombrelloni andranno posizionati in maniera tale che rimanga un agevole e distanziato passaggio, e poter così minimizzare gli incontri fra gli utenti. I percorsi di entrata e uscita andranno differenziati e indicati con chiara segnaletica.
Per le postazioni si consiglia di organizzarle prevedendo: numero di ombrelloni e utenti allocati su ogni ombrellone, tenendo presente se sono stagionali o giornalieri. In ogni caso è necessaria l’igienizzazione delle superfici prima dell’assegnazione della stessa attrezzatura ad un altro utente anche nella stessa giornata. E comunque la distanza minima tra le file degli ombrelloni è pari a 5 metri e la distanza minima tra gli ombrelloni della stessa fila è pari a 4,5 metri;
Per favorire un accesso contingentato la prenotazione, preferibilmente obbligatoria anche per fasce orarie, può essere uno strumento organizzativo utile anche al fine della sostenibilità e della prevenzione di assembramenti, “favorendo altresì un’agevole registrazione degli utenti, anche allo scopo di rintracciare retrospettivamente eventuali contatti a seguito di contagi”.
Al fine di evitare code o assembramenti alle casse, sarà favorito l’utilizzo di sistemi di pagamento veloci (card contactless) o con carte prepagate o attraverso portali o app web in fase di prenotazione.
E se dovesse fare un’acquazzone e ci si deve poter riparare in tutta fretta? Niente paura. Anche per questo il gestore dovrà studiare e indicare le procedure da seguire per evitare ogni tipo di assembramento.
Veniamo al bagnino, figura fissa e essenziale nel caso qualche bagnante si trovi in difficoltà. Le indicazioni sono quelle di seguire scrupolosamente le raccomandazioni impartite dall’Italian resuscitation Council (Irc) e dall’European resuscitation council (Erc). Per cui si consiglia al salvatore, solamente di valutare il respiro guardando il torace della vittima alla ricerca di attività respiratoria normale. Ma senza avvicinare il proprio volto a quello della vittima e di eseguire le sole compressioni, senza ventilazioni, con le modalità riportate nelle linee guida. Se disponibile un dae, defibrillatore semiautomatico, utilizzarlo seguendo la procedura standard di defibrillazione meccanica. Si raccomanda di indossare i dispositivi di protezione individuale. Al termine della rianimazione, il soccorritore dovrà lavarsi accuratamente le mani con acqua e sapone o con gel per le mani a base di alcool, lavare gli indumenti appena possibile e prendere contatto con le autorità sanitarie per ulteriori suggerimenti.
Poi c’è l’impresa più difficile: i bambini. Anche per loro vale la regola del distanziamento “ in tutte le circostanze”, aggiungono nel documento.
E il problema delle spiagge libere.
In esse andrà preliminarmente mappato e tracciato il perimetro di ogni allestimento con nastri, dicono. Questo tracciamento permetterà di individuare la capienza della spiaggia e quindi poter organizzare turnazioni orarie e prenotare gli spazi codificati, anche attraverso utilizzo di app o piattaforme on line, opportunità che potrà contenere anche il pagamento del parcheggio. Devono essere assicurate opportune misure di pulizia della spiaggia e di igienizzazione delle attrezzature comuni, come ad esempio i servizi igienici, se presenti.
Tale modalità favorirà anche il contact tracing nell’eventualità di un caso di contagio.
Ma chi farà tutto ciò?
Ecco la risposta degli esperti: si potrà affidare la gestione delle spiagge a enti o soggetti che possano utilizzare personale adeguatamente formato. Ma si dovranno e si potranno coinvolgere in questo schema anche le associazioni di volontariato e del terzo settore, “anche al fine di informare gli utenti sui comportamenti da seguire, nonché per assicurare le misure di distanziamento interpersonale in tutte le attività sull’arenile ed in acqua”.
Non sarà facile la nostra estate al mare in tempi di pandemia: ma quest’è.
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