LATINA – “Nelle ultime settimane la pressione sul pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria Goretti di Latina è in continuo aumento. Il dipartimento Emergenza e accettazione, infatti, è arrivato alla saturazione a causa di una situazione sempre più critica per quanto riguarda la gestione del flusso di pazienti Covid e non Covid”.

Lo dichiarano i Consiglieri Comunali di Latina nel Cuore Vincenzo Zaccheo, Dino Iavarone, Renzo Scalco e Mario Faticoni.

“Nella giornata del primo febbraio si sono sfiorati i 150 presenti, molti dei quali sono stati visitati su delle sedie dato che le barelle non erano più disponibili. Una condizione alquanto complessa, nella quale il personale cerca di fare il possibile per gestire l’emergenza legata ai pazienti contagiati dal virus e, allo stesso tempo, il flusso di persone che si presentano al pronto soccorso per altre patologie.

Inoltre, è di pochi giorni fa la notizia di un’area isolata dedicata alla Neonatologia Covid allestita nel reparto di Pediatria, dato che l’ospedale “Bambino Gesù” di Roma non ha più posti letto disponibili per accogliere i piccoli pazienti contagiati dal virus.

Sacrificare interamente al trattamento del Covid-19 risorse e posti letto dell’ospedale più importante della provincia – sede del DEA di II livello, con attività di alta specializzazione uniche in tutta l’Azienda le quali, pur se Covid free, stanno comunque subendo la pressione di convivere con un ospedale “Covid” –, crea enormi disagi al normale funzionamento dell’impianto cittadino.

Inoltre, la nuova ondata della pandemia causata dalla variante Omicron sta mettendo in crisi la gestione dei reparti di oncologia e l’attività chirurgica programmata è stata sospesa o rallentata, poiché le terapie intensive sono occupate da pazienti Covid. Di conseguenza, i danni per le persone colpite da cancro rischiano di essere molto gravi, in quanto il successo delle cure dipende anche dai tempi brevi entro cui viene eseguito l’intervento chirurgico.

Al momento, presso il pronto soccorso del Goretti, stazionano oltre 100 pazienti – anche con patologie gravi – in attesa di diagnosi e terapia, mentre altri ospedali, trasformati di fatto in cliniche private, risulterebbero poco collaborativi nell’accoglienza dei pazienti “non Covid” che comunque affollano il DEA di Latina.

Viene da chiedersi: c’è un’equa ripartizione del rischio tra tutto il personale dell’Azienda Asl, o è solo quello di Latina che, da oltre due anni, sopporta la pressione derivante dalla pandemia? Sentiamo il dovere di ringraziare tutto il personale medico, paramedico e amministrativo del Goretti il quale, anche a rischio della propria vita, combatte tutt’oggi in prima fila per far fronte all’emergenza del Coronavirus. Tuttavia, invochiamo l’intervento della Asl affinché le urgenze legate al Covid vengano distribuite equamente in tutte le strutture della provincia“.


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