Non c’è Speranza per questo Paese. La speranza non si trova nemmeno più nel fondo del vaso di Pandora. Figurarsi se gli italiani potrebbero trovarla in un dicastero, quello della Sanità, poi, retto da omen nomen Roberto Speranza, che dapprima in trincea per l’attacco inaspettato del Covid-19 ha poi deciso di uscire allo scoperto e lanciarsi con un libro infilzato alla sua baionetta. Si sa, i politici hanno un ego che fa provincia (o dicastero, fate vobis), così l’idea di un libro con tanto di nome e cognome propri che campeggiano sulla copertina è la sublimazione della fiera di vanità che alberga nell’animo di ogni essere vivente. Così il capo buono di Speranza ha pensato nell’estate appena trascorsa di scrivere un libro, piuttosto che di pensare un nuovo mondo sanitario di fronte al ritorno dell’ondata di Covid-19. S’intitola profeticamente ‘Perché guariremo’ ed è edito da Feltrinelli. Una sorta di zibaldone di riflessioni, aneddoti, slanci, chiose del ministro che ha affrontato l’ora più buia della nostra storia repubblicana, un libro previsto in uscita lo scorso 22 ottobre ma che di fronte alla catastrofica emergenza sanitaria l’ufficio marketing della casa editrice ha pensato bene di non lanciare. Ma le chicche sono anche altre: il ministro infatti ha sempre dichiarato di non essere convinto di scriverlo eppure l’ha fatto (nelle buffe storie ministeriali dopo la casa intestata a insaputa anche un caso di libro scritto col proprio nome a sua insaputa…) e di non essere convinto di pubblicarlo ora perché avrebbe poco tempo per la promozione nelle librerie (sic!). Altra riflessione da approfondire: le griffe importanti editoriali ormai sono uffici marketing non case editrici, questa è l’ennesima riprova. E chi l’ha comprato (il libro si trova, eh) lo ha definito uno zero. Speranza non ha speranza, oltre che modesto ministro è anche pessimo scrittore.
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