LAZIO – Queste le parole asserite recentemente dall’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato, ai colleghi del Messaggero: «Queste persone che rifiutano la vaccinazione mettendo a rischio le libertà altrui devono assumersi la responsabilità delle proprie scelte e azioni fino in fondo». Chi sceglie, quindi, di non vaccinarsi e poi si ammala, dovrà fare fronte alle spese ospedaliere.

Che non sia uno scherzo lo conferma anche dopo quando dice: «È un’idea a cui stiamo lavorando e ci sono dei modelli a cui, ad esempio, facciamo riferimento. Sono quelli della Lombardia dove un tempo veniva spedito a casa del paziente, prima ricoverato e poi dimesso, una sorta di memorandum su quanto fosse costata la sua degenza all’ente regionale» e ancora: «La Regione sta studiando il modo per contestare ai No vax le spese per le cure mediche. Lo faremo: è ora di mettere un punto».

Nonostante il Lazio sia una delle regioni col più alto tasso di vaccinazione, resta ancora una ‘sacca’ di resistenza all’immunizzazione, unica soluzione per chi contrae la malattia, per evitare l’ospedale. Ogni ricovero in terapia intensiva costa circa 1.500 euro al giorno per una media di 17 giorni di degenza. «L’aspetto più difficile da accettare è che queste persone nel momento esatto in cui finiscono ricoverate si rendono conto del dramma e del pericolo che stanno correndo e tutti si pentono di non essersi vaccinati», conclude. I dati confermano che nella regione sono 250.152 i cittadini tra i 50 e i 79 anni che non hanno ancora prenotato la vaccinazione.


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