Costanzo, uno degli arrestati, continuava a dire “non so nulla, perché mi hanno distrutto l’auto?

504

Questa mattina gli uomini della squadra mobile della Questura di Latina e del commissariato di Cisterna, con il supporto di equipaggi del reparto Prevenzione Crimine Lazio ed unità cinofile antidroga ed antiesplosivo, hanno dato esecuzione di 6 ordini di custodia cautelare in carcere, emessi dal giudice di Latina.

In manette sono finiti: Nazzareno Di Giorgio, classe ’70, Mario Guiglia, classe ’68, Marco Costanzo, classe ’74, Emiliano Valenti, classe ’75, Andrea Reale, classe ’73 e Giovanni Cambria, classe’61, già noto alle forze dell’ordine.

Dovranno rispondere, a vario titolo, di spaccio di cocaina e di detenzione di materiale esplosivo le 6 persone arrestate nell’ambito dell’operazione “Bellavista”.

Sarebbe stato proprio Cambria a fabbricare e portare in luogo pubblico un ordigno esplosivo  facendo esplodere, la Lancia Y di uno degli indagati, Marco Costanzo.

Le indagini, dirette dalla Procura di Latina, presero spunto da questo atto intimidatorio, del 14 marzo 2019. La totale assenza di elementi o cenni a quanto avvenuto ai danni dell’indagato durò fino al 3 giugno 2019. Quella sera, Nazzareno Di Giorgio si presentò in questura, a bordo della propria auto, crivellata da diversi da colpi di arma da fuoco, riferendo di essere rimasto vittima di un agguato da parte del compagno della propria ex convivente, Giovanni Cambria.

L’uomo fu rintracciato e arrestato. Le testimonianze avevano permesso infatti di ricostruire l’accaduto: Cambria, a bordo di un ciclomotore, si sarebbe accostato alla vettura della vittima, esplodendo al suo indirizzo almeno 4 colpi d’arma da fuoco che, sebbene sparati ad altezza uomo, danneggiavano la fiancata dell’auto, mandando in frantumi il lunotto posteriore, ma senza colpire fortunatamente il conducente.

La vittima, durante un successivo inseguimento, avrebbe poi speronato con la propria autovettura il suo aggressore, che subito dopo fuggì con il suo ciclomotore, senza chiedere soccorso.

Cambria fu quindi individuato quale mandante comune dei due episodi di intimidazione: mosso dal risentimento avrebbe ordito la propria vendetta ai danni di Di Giorgio che insieme a Costanzo, aveva iniziato a molestare con messaggi e telefonate la sua compagna (ex convivente di Di Giorgio), per rovinare il loro rapporto.

In questo contesto, gli accertamenti hanno permesso di ricostruire un collaudato sistema di spaccio di cocaina facendo emergere in particolare il ruolo di Nazzareno Di Giorgio, che provvedeva al taglio ed al confezionamento della sostanza insieme ad Emiliano Valenti, Guiglia e Costanzo.

Valenti, sempre secondo gli investigatori, provvedeva a rifornire la piazza di spaccio di Cisterna, mentre tutto il gruppo era solito rifornirsi da Reale.

Nel luglio scorso Costanzo venne arrestato con 50 grammi di “polvere bianca”, oltre vario materiale per il taglio ed il confezionamento della droga. Gli assuntori, alcuni dei quali giovanissimi, si rifornivano senza soluzione di continuità, pagando per una singola dose fino a 100 euro Proprio Marco Costanzo addetto alla vendita dei fiori, in un banco posto all’interno del cimitero, continuava a ripetere ” io non so nulla, io non c’entro nulla, perché ce l’hanno con me, perché mi hanno distrutto la macchina ? ” Oggi la verità, grazie alla certosina inchiesta della squadra mobile pontina.


News-24.it è una testata giornalistica indipendente che non riceve alcun finanziamento pubblico. Se ti piace il nostro lavoro e vuoi aiutarci nella nostra missione puoi offrici un caffè facendo una donazione, te ne saremo estremamente grati.