ROMA – Coronavirus, via ai test sierologici nel Lazio. Si parte da operatori sanitari e forze dell’ordine. Al via oggi i test sierologici nel Lazio per capire chi abbia avuto il coronavirus senza essersene accorto. Si parte dagli operatori sanitari e dalle forze dell’ordine. Nell’indagine vengono coinvolti anche ospiti e dipendenti delle Rsa di tutto il Lazio.
Anche per questo il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha visitato questa mattina il comando generale della Guardia di finanza a Roma. E’ stato accolto dal comandante generale Giuseppe Zafarana. Era presente anche l’assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato.
“Per le forze dell’ordine si parte proprio dalla Guardia di Finanza – ha detto il governatore del Lazio – la mia presenza qui oggi è fondamentale per dare il via a quella che sarà la più imponente indagine sierologica mai svolta nel nostro Paese. Abbiamo coinvolto le Forze dell’ordine che operano sul nostro territorio e che in questi mesi sono state in prima linea per affrontare l’emergenza sanitaria. Donne e uomini che ancora una volta voglio ringraziare per lo straordinario lavoro che ogni giorno svolgono al servizio delle nostre comunità”.
L’indagine parte prima con gli operatori della Guardia di Finanza e successivamente si procederà con l’Arma dei Carabinieri. La scelta della tipologia di indagine a cui sottoporre le diverse Forze dell’Ordine è stata effettuata da ciascun Corpo in base alle proprie esigenze organizzative. Con il consenso informato di tutti i soggetti coinvolti, i dati saranno raccolti e archiviati al fine di valutare la circolazione dell’epidemia sul territorio della nostra regione. L’indagine sarà condotta da tutte le strutture del Servizio sanitario regionale coordinata e monitorata dall’istituto Spallanzani con il supporto del Seresmi (Servizio regionale sorveglianza malattie infettive), attraverso l’impiego delle apparecchiature POCT con prelievo di sangue capillare. In caso di rilevazione degli anticorpi di SARS-COV 2 si procederà al test molecolare, previa somministrazione del tampone.
“La capacità di processo laboratoristico – ha spiegato Alessio D’Amato -è di almeno 10mila test al giorno. Contiamo di avere i primi risultati 25 di maggio. Vogliamo ribadire che l’indagine di sieroprevalenza non rappresenta in alcun modo una ‘patente di immunità’, ma ci aiuterà a comprendere quant’è stata la circolazione del virus sul territorio. Un dato importantissimo per affrontare al meglio Fase 2 e contrastare il ritorno del virus, che purtroppo non abbiamo ancora sconfitto ”.
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