“Occorrerà valutare la possibile riapertura, in modalità sperimentale, di nidi e scuole dell’infanzia, oltre ai centri estivi ed altre attività ludiche ed educative, destinate ai nostri bambini“. Così Giuseppe Conte nella sua informativa in Parlamento sulla fase 2. Un’apertura a sostegno dei genitori che lavorano e dei piccoli che, senza scuola, senza parchi-gioco, senza l’incontro coi loro coetanei, senza attività ludico-sportive, da due mesi e passa se ne stanno rintanati in casa, tra tv, tablet, telefonini e tanta noia, vivendo una situazione di stress. Dopo le parole, così come ogni provvedimento da adottare in questi tempi di emergenza Covid – 19, la palla viene lanciata al Comitato Tecnico-Scientifico, che dovrà valutarne la possibilità di realizzazione e dare il suo parere sul piano che i Ministeri Istruzione e Famiglia sembra già stiano studiando. Nidi e materne potrebbero dunque tornare a funzionare nei mesi di giugno e luglio, privilegiando l’uso di spazi aperti e rispettando sempre l’ormai imprescindibile distanziamento. I bambini, pertanto, dovrebbero essere suddivisi in gruppi da un minimo di tre ad un massimo di sei bambini, a seconda dell’età ed ai quali, all’ingresso, sarà sempre misurata la temperatura. Ogni gruppo sarà affidato ad un solo educatore, che dovrà obbligatoriamente indossare la mascherina, a cui i bambini non dovranno assoggettarsi. Per accompagnare e riprendere i figli, i genitori potranno entrare uno per volta, per non creare assembramento.
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