Egregio Direttore,
Le scrivo come cittadino preoccupato per la salute pubblica, e per la scarsa attenzione da parte delle istituzioni della Regione Lazio e della Capitale in merito alla gestione dei rifiuti romani e regionali, anche in virtù delle recenti notizie sull’epidemia da Coronavirus che ha fatto del nostro Paese il terzo per contagi in tutto il mondo.
La mia preoccupazione, come immagino quella di molti miei concittadini, riguarda il fatto che il virus si propaga anche attraverso materiale organico di cui sono composti molti dei nostri rifiuti solidi urbani. Rifiuti spesso abbandonati ai bordi delle strade o, nel migliore dei casi, spesso trattati da impianti di trattamento meccanico prima di finire in discarica senza alcun trattamento biologico.
Tutto questo alla luce del fatto che alcune delle nostre discariche regionali attualmente ricevono rifiuti in deroga per quel che riguarda il residuo organico presente, ossia con una percentuale di residuo superiore a quanto sarebbe consentito: il tutto in virtù anche della grande incapacità della Capitale e della Regione Lazio di chiudere il ciclo dei rifiuti in maniera virtuosa.
Ecco perché mi domando, se in una situazione di emergenza sanitaria nazionale come quella che stiamo vivendo non sarebbe forse il caso di rivedere queste deroghe per la tutela della salute pubblica, del personale che opera per le aziende che gestiscono la raccolta e per chi lavora nelle discariche. Non crede che sarebbe forse opportuno che il presidente della Regione, il sindaco della Capitale, i sindaci delle città dove alcune di queste discariche insistono, nel nostro caso a Roccasecca e Civitavecchia, così come i vertici delle Asl e dell’Arpa intervengano per rassicurare i cittadini e tutti gli operatori del ciclo dei rifiuti regionali?
Cordiali saluti
Un vostro affezionato lettore
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