L’annuncio dell’Assessore all’Ambiente del Comune di Latina Dario Bellini circa la prossima presentazione di proposte progettuali, da parte di cinque imprese specializzate, per la realizzazione (sulla base di un finanziamento regionale di cinque milioni di euro)  di opere di difesa della costa di Latina è di straordinaria e decisiva importanza, stante l’attuale condizione di forte degrado del litorale pontino. Rassicurante sarebbe la notizia secondo cui il Comune intende effettuare interventi “ecocompatibili”, sulla base di valutazioni eseguite congiuntamente all’Ente Parco Nazionale del Circeo. Desta però  preoccupazione l’affermazione dell’Assessore circa il fatto che tra le ipotesi d’intervento vi potrebbe essere la costruzione di barriere soffolte. L’esperienza del passato, in particolare la realizzazione della scogliera soffolta a Foce Verde,  è stata a dir poco drammatica. L’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale (ISPRA) ha attribuito alle opere di ripascimento rigido a Foce Verde l’avvenuta (e ancora in atto) destabilizzazione dell’arco di costa a sud fino al Circeo. Da allora si sono verificate deviazioni delle correnti marine, modifiche del trasporto solido e conseguente approfondimento dei fondali. Tali variazioni della dinamica dei litorali pontini hanno comportato elevati arretramenti delle spiagge, distruzione di molti stabilimenti balneari (compreso quello della Polizia di Stato di Latina), forti erosioni alla base  del pendio dunare in numerosi  tratti del litorale, con asportazione della tipica vegetazione mediterranea. L’approfondimento dei fondali  ha provocato in molti tratti la scomparsa delle barre sabbiose sommerse fondamentali per l’attenuazione dell’energia delle onde durante le mareggiate. Laddove ciò è avvenuto  il sistema dunare resta esposto all’azione diretta  dei marosi.

C’è la possibilità di far ricorso a barriere soffolte permeabili che producono una dissipazione dell’energia del moto ondoso senza innescare pericolose correnti riflesse. La speranza è che l’Assessore Bellini si riferisca a tale tipo di strutture.

Va sottolineato al riguardo che la direttiva europea 43/92/CEE assegna all’Ente Parco la competenza relativa alla valutazione di incidenza  di ogni intervento antropico, eseguito anche all’esterno del comprensorio dell’Area Protetta, che possa causare perdite di biodiversità nella stessa.

Anche al fine di evitare dannosi ritardi all’iter della pratica è assolutamente indispensabile adottare  scelte progettuali che non producano  compromissioni della stabilità degli ecosistemi dunari (classificati tra i Siti d’Importanza Comunitaria del Parco) e delle spiagge a sud degli interventi.

Dr Nello Ialongo, geologo, già membro del Consiglio Direttivo dell’Ente Parco Nazionale del Circeo.

 


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