ROMA – La Camera ha votato la fiducia al governo Conte. I sì sono stati 343 i no 263, gli astenuti 3. I deputati hanno concesso il via libera al nuovo governo dopo avere discusso tutto il pomeriggio e ascoltato la replica del presidente del Consiglio. Un discorso a singhiozzo, interrotto continuamente dai banchi del centrodestra. Alcuni deputati seduti nella parte alta dell’emiciclo sono arrivati anche a sollevare una poltrona, gridando “cadrega”, poltrona in veneto, e intonando il coro “poltrona, poltrona”.

Alla fine hanno votato a favore del nuovo esecutivo, come previsto, il Movimento Cinque Stelle, il Pd e Liberi e Uguali. Contro, invece, la Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Lega e Fratelli d’Italia e Lega, oltre a dire no alla fiducia al governo, hanno espresso la loro contrarietà al nuovo esecutivo con una manifestazione in piazza Montecitorio alla quale però non ha partecipato Forza Italia. In mattinata Silvio Berlusconi ha riunito i gruppi parlamentari azzurri a Montecitorio per indicare la prossima linea politica.”Prima di avviare le mie comunicazioni concedetemi di rivolgere un saluto e un ringraziamento al presidente della Repubblica, un riferimento imprescindibile”.

Il pallottoliere dunque sorride al nuovo governo. Alla Camera i numeri non prevedevano problemi problemi e problemi non ce ne sono stati,. E anche al Senato, dove la fiducia sarà votata domani, la conta non preoccupa, almeno per il momento: l’asticella dovrebbe fermarsi al massimo a quota 172, anche se sono possibili defezioni dell’ultima ora. Nel dettaglio: Movimento e Pd hanno 155 voti (non si contano i due dissidenti interni, il 5S Gianluigi Paragone e il dem Matteo Richetti, più un’altra senatrice assente da tempo), ai quali vanno sommati undici senatori del Misto – quattro sono di LeU, quattro ex grillini, due del Maie e Riccardo Nencini – tre del gruppo delle Autonomie, tre senatori a vita (Liliana Segre, Elena Cattaneo e, probabilmente, Mario Monti). Altri tre senatori, quelli dell’Svp, si asterranno, ma poi sosterranno l’esecutivo nel corso della navigazione.

Restano le polemiche e gli scontri registrati durante la replica. Il premier ha risposto alle molte obiezioni sollevate durante il dibattito e non ha rinunciato ad alcune frecciate polemiche verso gli ex alleati. Ha detto, per esempio “che una forza politica, e un leader politico, possa decidere ogni anno di poter portare il paese e elezioni è irresponsabile”. Un attacco a Matteo Salvini. Come quando, sempre senza nominarlo, ma alzando il tono della voce ha replicato sulla tutela degli interessi degli italiani. “Mi sembrava che per 14 mesi avessimo una concezione coincidente, adesso scopro che non è così”, dice. Per me, continua il premier tutela degli interessi “significa ottenere un portfolio di primaria importanza, prendere parte a tutti i Consigli europei, a tutti, ci siamo intesi, e non a nessuno. Arrivare preparati, studiare i dossier, negoziare e cercare di orientare le discussione a tutela dell’interesse degli italiani”, conclude.


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