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“Sono sdraiato in cima al mondo e piango rido e ti amo”. Con questa foto postata su Instagram dalla moglie Erika Siffredi, il fuoriclasse torinese Carlo Alberto Cimenti (Cala) annuncia di essere giunto in cima alla nona vetta più alta del mondo: il Nanga Parbat, nel Karakorum pakistano. È una delle cime più pericolose. Ottomilacentoventisei metri di altezza: il suo nome significa “montagna nuda” in lingua urdu.

La notizia della conquista della vetta è stata confermata dallo stesso scalatore sui sui profili social. La salita lungo la via Kinshofer con i russi Vitaly Lazo e Anton Pugovkin. La cordata era partita alle 3 del mattino dal campo 4 ed ha raggiunto la vetta dopo una lunga marcia.
Una volta arrivati in cima, tuttavia, gli alpinisti hanno vissuto momenti drammatici durante la discesa. Cimenti giù con gli sci. Pare tuttavia che i russi si siano persi gli uni con gli altri, forse hanno sbagliato strada. Il portavoce degli scalatori russi in quei momenti di grande tensione ha detto di essere intenzionato a dare l’allarme e chiamare i soccorsi. Paura anche per lo scalatore torinese la cui traccia gps si è fermata per un certo tempo. Per poi riprendere.Attimi interminabili di paura, di tensione
La conquista è avvenuta in piena estate e il nostro pensiero va a Daniele Nardi e Tom Ballard che sono morti a 6000 mt, proprio in un momento di bufera, in pieno inverno. I Loro corpi sono ancora lassù e noi siamo pieni di rabbia perché non è giusto aver perso due bravissimi alpinisti.In particolare Daniele ci manca tanto, perché era uno di noi, era di qui, era un setino puro.
Per tutti noi era un faro, una bandiera.Ora tutto è cambiato e non riusciamo ancora ad abituarci al vuoto che Daniele ha lasciato intorno a noi. La notizia che Carlo Alberto Cimenti è riuscito nell’impresa ci lascia l’amaro in bocca,ma nello stesso tempo ci sprona a fare meglio, perché questo voleva Daniele, riuscire a fare cose che sembrano impossibili, per migliorare questo nostro piccolo e grande mondo.


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