Un “congedo mestruale” che permetta alle donne di rimanere a casa nei giorni del ciclo. E’ l’ oggetto di una proposta di legge presentata nei mesi scorsi e di nuovo allo studio del Parlamento , che prevede tre giorni di congedo al mese per le donne che soffrono di dismenorrea, cioè un ciclo mestruale molto doloroso tale da impedire la routine giornaliera.
In Italia, si legge nella proposta di legge, dal 60 al 90% delle donne soffrono in modo invalidante di questo disturbo e questo causa tassi dal 13% al 51% di assenteismo a scuola e dal 5% al 15% nel lavoro.
Il congedo retribuito se la proposta verrà approvata , sarà applicabile alle lavoratrici con contratti di lavoro subordinato o parasubordinato, a tempo pieno o parziale, a tempo indeterminato, determinato ovvero a progetto.
La lavoratrice , potrà astenersi dal lavoro per un massimo di tre giorni al mese, ma dovrà presentare una certificazione medica specialistica da rinnovare ogni anno. Durante l’astensione dal lavoro, saranno dovute una contribuzione piena e un’indennità pari al 100% della retribuzione giornaliera.
Il congedo mestruale all’estero è già una realtà da diverso tempo, basti pensare in Giappone, dove è in vigore dal lontano 1947 il” seirikyuuka “ una forma di tutela in cui si pensa che nei giorni di ciclo il riposo è fondamentale per avere un parto meno difficoltoso. Una tutela per la donna e per la sua futura gravidanza.
In Indonesia è stato previsto l’anno dopo, nel 1948, nel 2001 in Corea del sud e nel 2013 a Taiwan, mentre la Nike lo ha introdotto nel proprio codice di condotta dal 2007.
Speriamo diventi presto una realtà anche in Italia.
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