LATINA – Le motivazioni del Tribunale del Riesame che hanno cristallizzato l’inchiesta lasciando inalterato l’impianto accusatorio, hanno rappresentato il via libera alla Procura per chiedere il giudizio immediato. Si parte subito con il processo per lo scandalo dei concorsi della Asl. Il via con la prima udienza il 21 ottobre. Sul banco degli imputati l’ex senatore e segretario del Partito Democratico, Claudio Moscardelli, Claudio Rainone e Mario Graziano Esposito, Presidente e segretario della Commissione d’esame, finiti agli arresti domiciliari.

A vario titolo le accuse contestate nella richiesta della Procura, vanno dalla corruzione alla rivelazione aggravata di segreto d’ufficio fino al falso. Ad avere un peso ci sono le chat – come nel caso tra Moscardelli e Rainone – le intercettazioni telefoniche ritenute molto rilevanti tra gli indagati e le telefonate ad alcuni candidati al concorso. E’ stato il pubblico ministero Valerio De Luca, insieme al Procuratore Aggiunto Carlo Lasperanza e al Procuratore Capo Giuseppe de Falco a tirare le somme dell’inchiesta dove c’era una regia politica e un sistema nelle raccomandazioni. Una prestazione e una controprestazione. Così era stata definita dal gip la modalità di accordo. I tre imputati erano stati colpiti da una misura cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari Giuseppe Cario che aveva pienamente accolto le risultanze investigative e il provvedimento aveva retto in blocco anche al Tribunale del Riesame.

Tra le parti offese figura oltre alla Regione Lazio ci sono le Asl di Latina, Frosinone e Viterbo e tra le fonti di prova raccolte dalla Squadra Mobile e dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza ci sono oltre alle informative e i verbali delle perquisizioni informatiche, anche le sommarie informazioni rilasciate dall’Assessore regionale alla sanità Alessio D’Amato, dall’attuale direttore generale della Asl di Latina Silvia Cavalli, dal suo predecessore Giorgio Casati, oltre anche ad un video degli esami orali. Il magistrato che ha firmato il provvedimento ha evidenziato che si trattava di un patto corruttivo e il ruolo di istigatore della rivelazione dei temi della prova orale era quello dell’ex segretario del Partito Democratico che se da un lato segnalava i due candidati al concorso, dall’altro avrebbe promesso a Rainone garanzie sulla nomina a cui ambiva, quella di diventare Direttore amministrativo della Asl. Dalle indagini è emerso che la politica aveva messo occhi e mani sui concorsi. Il processo che inizierà ad ottobre davanti al collegio penale è relativo a due tronconi di una stessa inchiesta: la prima aveva portato agli arresti di Esposito e Rainone ed era scattata a seguito di alcune intercettazioni di un diverso procedimento della Dda.


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