LATINA – Il concorso indetto dalla Asl a dicembre, finito nel mirino della Guardia di Finanza per irregolarità e revocato dalla direttrice generale Silvia Cavalli al suo arrivo a Latina, resta annullato. Lo ha deciso il Consiglio di Stato con l’ordinanza pubblicata ieri che conferma in sostanza quanto già deciso dal Tar: l’azienda sanitaria ha operato bene decidendo di fermare la procedura quando già si erano svolte le prove scritte e orali, ma prima dell’approvazione della graduatoria.

IL RICORSO – Erano stati 47 dei 70 partecipanti a impugnare la decisione della neodirettrice. Si tratta di un  gruppo di aspiranti al posto da assistente amministrativo, estranei all’indagine penale aperta su quel concorso e sul precedente, indagine che  ha poi portato all’arresto dell’ex segretario Pd Claudio Moscardelli, del direttore della Uoc Reclutamento Claudio Rainone e del funzionario Mario Graziano Esposito, accusato di corruzione e rivelazione di segreto d’ufficio, le cui sorti saranno decise in un processo che si comincerà con rito immediato il 21 ottobre.

LA ASL HA AGITO BENE REVOCANDO LA PROCEDURA – Il secondo concorso infatti rischiava di essere inficiato da una serie di pesanti irregolarità e da raccomandazioni di cui la manager si è subito resa conto quando ha preso servizio nei suoi uffici di Latina Fiori. “La  Direzione Generale  – si legge in una nota ufficiale dell’azienda – prende atto con soddisfazione che il Consiglio di Stato, con le ordinanze pubblicate in data odierna, ha confermato le decisioni del Tar del Lazio sezione di Latina ribadendo la correttezza e legittimità dell’operato della ASL che ha revocato il concorso per assistenti amministrativi prima dell’adozione dei provvedimenti cautelari penali. Con la revoca del concorso sono stati tutelati i principi costituzionali di parità tra concorrenti e trasparenza che regolano l’accesso agli impieghi della Pubblica amministrazione e l’indizione di un nuovo concorso consentirà il ripristino dell’equilibrio tra i candidati”.

 


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