Gianni è stato un pilastro e un grande promotore della cultura di questa città.

Era molto giovane quando con la famiglia si trasferì a Latina da Priverno. Qui abitavamo abbastanza vicini. Lui sul Corso e io nel vicolo vicino. La mia casa era davanti ai suoi zii, che poi erano anche i miei. Quindi ci vedevamo spesso. Già allora era solito portare la sua sciarpetta. Sciarpetta e maglioncino. Un look inconfondibile, che faceva da cornice al suo immancabile sorriso e buonumore.

La famiglia D’Achille a Priverno si è sempre distinta in creatività e intelligenza. Molti i musicisti, ceramisti, grecisti, storici, pittori, scenografi, insomma tutti con una dote fuori dal comune. Una famiglia ingegnosa e piena di risorse. Poteva non esserlo Gianni?

E infatti. Era ancora a Priverno quando iniziò ad occuparsi di cinema presso il circolo culturale locale. Qui conobbe Mimma, giovane assistente sociale arrivata da Matera. Una volta trasferitisi a Latina, hanno iniziato tutti e due a collaborare con Aurelio Paradiso, al Consorzio dei Servizi Culturali di via Orberdan. Lui, manco a dirlo, con il suo gruppo di Intervento sui mezzi di Comunicazione di massa.

I due si sposarono.
Il loro è stato un sodalizio importante e molto solido, completato dalla nascita dei tre figli: Fabio, Roberta e Francesco.

Famiglia, lavoro, attività culturali a tempo pieno e anche politica. L’uomo non si risparmiava. Negli anni 80 è stato segretario di Democrazia Proletaria, e successivamente di Rifondazione comunista. Attività che svolgeva a tempo pieno, una volta uscito dall’ufficio dell’Aereonautica di Borgo Piave.

In tanti lo hanno conosciuto e lo stanno ricordando quando girava per le scuole proponendo i cineforum, una parola che abbiamo cominciato a conoscere e ad apprezzare grazie a lui.

La sua attività culturale, ovviamente andava a braccetto con la politica. Non si capiva mai, dove cominciasse la prima e finisse la seconda. Era un militante in senso pieno e completo della parola. E le sue battaglie sull’acqua pubblica e sul nucleare rimangono impresse a tutti.

E sul nucleare e sulla sua attività filmica ho qualcosa da raccontare.

Con alcune insegnanti partecipai a un suo corso. Ci insegnò a manovrare la macchina da presa e a lavorare sul messaggio da inviare attraverso le immagini. Finito il corso avremmo dovuto realizzare un filmato. Il tema era libero. Ma da antinucleariste convinte anche noi…ognuno sceglie i suoi simili…decidemmo di occuparci della centrale nucleare di Latina. Con Maria Assunta Taviano, Tiziana Ricci e altre, cominciammo quindi le riprese. Una volta acquisito un bel po’ di materiale, sotto la guida di Gianni, lo abbiamo montato, commentato e accompagnato con la musica. Attività insolite per molti di noi. Un lavoro davvero intrigante. Ricordo quella macchinetta con cui visionavamo e tagliavamo, per poi riunirle e dar loro un senso, spezzoni di pellicola. Ne venne fuori davvero un bel documentario. Ho fatto chiedere tempo fa a Gianni da parte di Fabio, se era rimasta traccia di questo bel lavoro.

Un uomo paziente, Gianni, e pieno di risorse. E come dice Salvatore Capirci: “Gianni è stato un po’ tutto… E’ stato Gianni del GIMC… Gianni di Partecipazione.. Gianni di via Menotti e di via Cialdini.. Gianni del Centro per i Servizi Culturali di via Oberdan… Gianni del libretto Pistacchio… Gianni di Incontri 77… Gianni di un tempo vissuto.

E Gianni amico dalle porte sempre aperte. Lo raccontano gli amici storici, Netta Di Trapano e Attilio Drigo. Quando vennero a vivere qui da Sezze trovarono in Gianni e Mimma una solida amicizia….ed erano sempre ”immersi in un clima di accoglienza nella loro casa così aperta agli amici e agli altri.”

“Quando lo abbiamo conosciuto, raccontano ancora Netta e Attilio, il suo impegno culturale era totale. Ci ha coinvolto in pieno negli obiettivi che perseguiva, che erano quelli di stimolare la formazione di uno spirito critico, mediante una lettura obiettiva e l’acquisizione di tali strumenti attraverso la produzione stessa, per padroneggiarli e disinnescare la carica magica e acritica”.


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