LATINA – Ne resterà uno solo, anzi due. Il ballottaggio, a meno di clamorose sorprese e stravolgimenti dell’ultima ora, è il risultato più accreditato dopo il voto di domenica 5 giugno qui a Latina. Degli undici pretendenti che si presentano nella corsa per la poltrona di sindaco dunque resteranno solo in due a contendersi l’elezione di primo cittadino del comune di Latina. Sono le ultime ore di una campagna elettorale ricca di protagonisti ma senza grandi acuti e scontri. Qualche focolaio si è acceso solo nelle ultime ore con un botta e risposta tra Tiero, vicesindaco in pectore nel caso vincesse Calandrini e l’entourage di Enrico Forte sulla scelta del museo Cambellotti come location per la festa finale del candidato del Pd.
Nei giorni scorsi avevamo raccontato invece ai nostri lettori come il programma di Calandrini fosse un ‘copia incolla’ di quello di Di Giorgi. L’ex presidente del Consiglio Comunale si è difeso spiegando che le idee erano le stesse anche a distanza di cinque anni. Calandrini però appare leggermente in affanno incalzato dai tanti candidati della sua area che rischiano di erodergli consensi fondamentali. A destra c’è lo storico Salvatore De Monaco che prova a riaccendere la fiamma dell’Msi, Marco Savastano che rilancia con l’ultradestra di CasaPound, Danilo Calvani che gira per Latina sventolando la bandiera dei Forconi, Angelo Tripodi benedetto da Storace e forte della presenza di ben sei liste, oltre a Gianni Chiarato che si dice certo di spopolare nei borghi.
Enrico Forte, già consigliere Regionale del Pd invece si appoggia alla filiera di governo del Partito di Renzi e Zingaretti per espugnare la storica roccaforte del centrodestra, ma deve fare i conti con Damiano Coletta. L’outsider che sembrava dover correre solo per testimonianza di una sinistra elitaria e sognatrice si ritrova invece tra i papabili per un eventuale ballottaggio, forte della grande capacità di convolgimento che ha saputo dimostrare in questa campagna elettorale.
Ne restano tre. Davide Lemma che ha scelto di parlare ai moderati con serietà e coraggio, Marilena Sovrani che punta forte sul voto delle donne, oltre ad Alessandro Calvi che punta a diventare il primo sindaco di Forza Italia a Latina e per questo ha scelto di non allearsi con Calandrini e Tiero. Ci riuscirà? Lui è convinto di sì come ha spiegato nel suo discorso di chiusura della campagna elettorale.
“E’ stata una campagna elettorale difficile ma entusiasmante perché mi ha dato la possibilità di incontrare, conoscere, approfondire il contatto diretto con i cittadini di Latina, di entrare in contesti complessi, talvolta anche ai margini della città, di capire a fondo le esigenze delle persone. E’ stata un’avventura entusiasmante. Utilizzo il termine avventura non per superficialità ma perché credo che ogni sfida sia accompagnata da un percorso fatto di incognite, di emozioni e di sensazioni. Oggi si chiude questa fase. Oggi si chiude la campagna elettorale ma inizia un percorso che ci vedrà protagonisti alla guida della città. Per questo ci tengo a ringraziare personalmente ogni singolo cittadino di Latina. Voglio ringraziare chi mi ha dato l’opportunità di essere ascoltato, chi ha accettato il confronto sulle idee e sui programmi, chi ha messo da parte gli steccati politici per conoscermi e conoscere il nostro progetto per Latina. Ringrazio, soprattutto, chi mi ha criticato. Perché mi ha dato la possibilità di mettermi in discussione, di migliore, di crescere. Oggi chiedo a tutti l’ultimo sforzo per vincere questa sfida non mia personale ma di tutti quelli che credono che il futuro di Latina, il futuro migliore, possiamo essere noi. Una squadra compatta, decisa sugli obiettivi e in grado di realizzarli. Il 5 giugno andiamo a votare. Andiamo a vincere!”.
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