“Non mi rassegnerò mai a vedere le enormi risorse del basso Lazio divorate dal malaffare e ad accettare che chi vive nel sud pontino spesso non possa avere piena giustizia perché in quella terra continua ad essere assegnato un numero del tutto insufficiente di magistrati e investigatori. Con il Recovery Plan il rischio che anche le risorse europee, la grande speranza per la ripartenza, vengano divorate dalla criminalità, che finiscano agli amici degli amici, e che a prosperare siano soltanto quelli che delinquono è elevatissimo. Per queste ragioni ho scritto nuovamente sia alla ministra della giustizia, Marta Cartabia, che al vicepresidente del Csm, David Ermini, esponendo loro la gravissima situazione del territorio e chiedendo di rafforzare con urgenza l’ufficio giudiziario di Cassino, ridotto in pratica a un solo gip. Sono però anche andato oltre e alla ministra Cartabia ho chiesto, se non dovessero essere trovate delle vere soluzioni, di riconsiderare la riforma della geografia giudiziaria del 2012 e di far tornare al Tribunale di Latina la competenza sul sud pontino, evidenziando che si tratta di un’area dove da tempo sono radicate pericolose organizzazioni criminali, dove vengono riciclate somme enormi, danneggiando pesantemente l’economia sana e inibendo lo sviluppo del territorio, e dove frequenti sono le contiguità tra criminalità organizzata, pezzi di politica e delle professioni, come emerge dalle stesse relazioni della Dia presentate al Parlamento. Troppo poche le indagini sui reati contro la pubblica amministrazione, mentre la corruzione dilaga, e troppi i procedimenti che finiscono in prescrizione, senza contare l’organico ridotto all’osso della polizia giudiziaria, partendo dalla Guardia di finanza, il cui ruolo è fondamentale nel tracciare i flussi sospetti di denaro. Alla ministra Cartabia e al vicepresidente Ermini ho infine sottolineato che il messaggio che sta passando è quello di una garanzia di impunità soprattutto per i cosiddetti colletti bianchi e che tra i cittadini del basso Lazio sta crescendo un generalizzato sentimento di sfiducia, tanto che sono ormai pochi quelli che prendono coraggio e presentano delle denunce, facendo così venir meno agli investigatori anche la fondamentale collaborazione da parte della società civile e delle aziende. Ho poi chiesto al presidente della commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra, data la situazione, di procedere con un ciclo di audizioni, auspicando che l’intervento della Commissione possa rappresentare un giusto e ulteriore sprone affinché l’Ufficio giudiziario di Cassino e la polizia giudiziaria che opera in contesti così difficili vengano dotati dei necessari uomini e mezzi”.
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