LATINA- Il Sindaco Damiano Coletta ha presentato la sua Giunta alla città nel corso di una conferenza stampa all’interno del Palazzo Comunale.
Arrivano le brocche d’acqua che nessuno beve ma sono lì a voler significare – con Greta – che non è tutto un “bla bla bla” e Latina è plastic free.
Sarò forse antiquato, nonostante i miei ventotto anni, ma una squadra di Governo si presenta alla città nel luogo dove essa è rappresentata istituzionalmente, vale a dire nell’Aula del Consiglio Comunale.
Cominciano ad arrivare i Consiglieri di minoranza (già, perché in Aula la sinistra non ha i numeri): ecco Valeria Campagna, Gianmarco Proietti, Majocchi, Malandruccolo e l’Avv. Daniela Fiore. Qualche parente o affine dei neo Assessori c’è sempre, come quando al Quirinale sfilano i principi o le principesse consorti.
I colleghi sono in postazione. Il Sindaco entra con un passo energico, atletico. Ed infatti è tutta una metafora calcistica: la squadra, l’allenatore, il campo. M’è venuto alla mente che a simili paragoni ricorreva Giovanni Di Giorgi. Finì male, ma è anche vero che stavolta l’ex Sindaco s’è speso proprio per Damiano Coletta.
In effetti un pezzo – pardon, un pezzettino – di centrodestra c’è: ecco Vincenzo Bianchi, già Vicensindaco di Zaccheo e Presidente di Latina Ambiente (sì, quel “poltronificio” tanto citato dal Sindaco in campagna elettorale), avvicinarsi a Valeria Campagna. E’ tutto un complimentarsi, un “finalmente una nuova classe dirigente”.
Coletta dice di aver “scelto il percorso istituzionale” per la presentazione della Giunta. Quando è il nostro turno, gli domandiamo se questa sua affermazione non sia in contrasto con il fatto di aver scelto una conferenza stampa anziché un Consiglio Comunale. La risposta è tutto un dribbling, per usare una metafora che a lui piacerebbe: “ Il secondo Consiglio Comunale richiede un lavoro preparatorio, questa città non può permettersi di attendere”.
Meglio i flash dei fotografici, le penne morbide come le piume dei giornalisti che andare in Consiglio Comunale.
“Sono tutte figure tecniche”, continua il Sindaco parlando dei neo Assessori. Parlano uno ad uno. Qualcuno si esprime non male. E’ il caso di Pietro Caschera, già Assessore all’Urbanistica a Velletri ed avvocato vicino ad Enrico Forte: “I Lavori Pubblici meritano un confronto ampio con il Consiglio Comunale”, esordisce.
Poi è il turno del Dott. Mellacina, noto commercialista con trentacinque anni di attività: “Non ho accettato per fare un favore a Damiano, ma per riversare un po’ delle mie competenze per la collettività”.
La Prof.ssa Pazienti, già Direttrice Scolastica e neo Assessore alla cultura e alla scuola pare simpatica, empatica , parla con un filo di voce come le persone che al rumore preferiscono il suono.
Certo, tutti tecnici eccetto Dario Bellini e Simona Lepori. Quando è il suo turno, il Che Guevara di Lbc ringrazia il Sindaco parlando di “tanto orgoglio”. Chissà a cosa si riferiva, nello specifico: forse al fatto di essere stato severamente trombato dagli elettori come la maggior parte degli Assessori uscenti? Un solo esempio per tutti: Franco Castaldo, già Assessore all’Urbanistica (non propriamente una deleguccia) si è presentato agli elettori ed ha preso 60 voti, diconsi sessanta.
Coletta trattiene su di sé proprio l’Urbanistica e lo Sport in attesa di qualche pecorella smarrita. “Porte aperte al centrodestra”, dichiara infatti il primo cittadino. Macché, son le solite porte girevoli.
Una Giunta a settimana, probabilmente il giovedì. Quella inaugurale, tuttavia, avverrà forse venerdì. In presenza, ma per il futuro – dice il Sindaco – è bene privilegiare la modalità da remoto, farle in call. “Si ottimizzano i tempi e si sfrutta la tecnologia”. Sì, tutto giusto, ma una Giunta non è un gioco ed in democrazia la forma è sostanza.
“Il primo atto che varerà la nuova Giunta?” – chiede il Direttore del “Messaggero” Vittorio Buongiorno, aggiungendo: “ Se fossi cattivo le suggerirei: sopravvivere”.
Il Sindaco ha pronta la risposta: “Non si vive per sopravvivere, bisogna essere ambiziosi”. A quel punto la regia di Amilcare Milani avrebbe dovuto mandare in sottofondo la voce di Caterina Caselli: “Si muore un po’ per poter vivere. Arrivederci, amore ciao…”.
“La Giunta durerà cinque anni”, la spara un poco grossa il Sindaco. Non abbiamo la sfera di cristallo o i tarocchi ma ci basterebbe che, in meno di qualche mese, questa Giunta compisse un atto d’amore verso la lingua italiana: piantarla di declinare il ruolo istituzionale di Assessore al femminile, storpiandolo in Assessora.
Altro che, sarebbe vero ed avanzato riformismo.
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