Chiamatelo con il suo nome, oggi parte il Renzi 2

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ROMA- Fra oggi e domani, incassata la fiducia nei due rami del Parlamento, prenderà vita il Governo conte 2 ,bis o come diavolo vogliate definirlo.

In realtà, a voler essere cronisti rigorosi, andrebbe rinominato governo Renzi 2. Non sarà sfuggito al lettore, infatti, che a sparigliare il quadro con un colpo di teatro degno del miglior artista, sia stato proprio il senatore semplice di Scandicci. Gli è bastata una intervista al Corsera per galvanizzare le truppe dem in Parlamento da lui elette, nei secoli fedeli.

Si sa, Zinga avrebbe preferito il voto essenzialmente per avere gruppi parlamentari in linea con il nuovo (si fa per dire) corso della segreteria dem. Messo alla strette, obtorto collo, il Segretario s’è convinto ad intavolare la trattativa con  i grillini, seguito passo dopo passo dal suo mentore e grande stratega della politica romana, Goffredo Bettini.

Alla Camera i numeri sono ampi e solidi.  Diversamente, a Palazzo Madama gli equilibri sono, come al solito, più fragili. Lì tutto farà brodo, Senatori a vita compresi.

Questo Governo è nato per durare ed, essenzialmente, portare a casa due obiettivi di ampio respiro: una legge elettorale totalmente proporzionale e l’elezione del successore di Sergio Mattarella. Orizzonte 2022.

C’è una sola spada di Damocle a pendere sull’esecutivo, un’unica variabile impazzita: Matteo Renzi.

Non è un mistero che l’iper attivismo dell’ex Premier  sia stato, in realtà, un modo per prender tempo ed ipotizzare la creazione di un nuovo soggetto politico che comporti  l’uscita di alcuni fedelissimi dai gruppi parlamentari del Pd.

Scrivemmo su queste pagine molto tempo fa che un nuovo partito liberale e di centro avrebbe potuto avere uno spazio nel mercato elettorale che andasse ben oltre le due cifre percentuali. Oltre al sempiterno Casini, che oramai vale solo per sé, c’è tutto un pezzo di Forza Italia (leggi Mara Carfagna) che di fare anche solo una coalizione con la Lega e la Meloni proprio non ne vuol sapere. Ammesso che il fronte sovranista voglia davvero imbarcare il partito del Cav e non, invece, sostituirlo con la listarella creata dal Governatore della Liguria, Giovanni Toti.

Silvio Berlusconi dovrebbe porsi due obiettivi, entrambi di una importanza capitale: la sopravvivenza della sua forza e una collocazione politica chiara e definita. Non avrebbe senso, infatti, come pure gli (mal) consigliano rincorrere la Lega, cavalcando gli stessi temi. Il Cav, che in Europa è un azionista importante del Ppe, non può in alcun modo stringere alleanze con chi, di fatto, mette in discussione le istituzioni europee da una parte e l’alleanza atlantica dall’altra.

Dunque, che fare?

Riavvolgere il nastro, magari tornando al Patto del Nazareno con un’unica variazione, però: cambiare il regista, giacché quello precedente è diventato, nel frattempo, il suocero del Capitano.


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