Che vergogna l’astensione della destra (senza centro) sulla mozione Segre! Sull’antisemitismo non si faccia propaganda

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Che vergogna!

Non trovo altre espressioni per commentare l’assurda e ributtante astensione che i senatori della destra-centro hanno scelto di dare alla mozione presentata dalla Senatrice a vita Liliana Segre.

Sopravvissuta al campo di concentramento nazista di Auschwitz con il numero 75190 inciso sul braccio, questa grande italiana di quasi novant’anni ieri ha offerto al Senato della Repubblica e, più in generale al Paese, una lezione di buona politica. Dopo aver illustrato la sua mozione che prevedeva l’istituzione di una commissione parlamentare di contrasto ai  fenomeni odiosi,e  purtroppo attuali, di razzismo ed antisemitismo la Senatrice ha voluto ascoltare ogni intervento fino al momento del voto finale.

Voto che ha segnato una gioia nella esperienza politica di Liliana Segre, visto che la mozione è stata approvata dall’Aula. Non senza qualche dolore dovuto alla estraneità alle bassezze, ai giochetti e allo scadente materiale umano che abbonda nella politica italiana.

I senatori e le senatrici del centrodestra, infatti, hanno espresso un voto di astensione che, al Senato, è come un voto contrario. Lega, Fratelli d’Italia e persino i sedicenti liberali di Forza Italia.

Dentro il partito di Berlusconi è successo un finimondo: la prima a prendere posizione è stata Renata Polverini che, intervistata stamane da SkyTg24, ha ribadito quanto la posizione dei senatori forzisti sulla mozione Segre sia “incompatibile con la mia storia”. Sono seguiti i tweet di Mara Carfagna e di altri deputati azzurri che mal sopportano il cedimento, sempre più evidente, del Cav al salvinismo. “Una mozione come quella della Segre non doveva neanche essere letta. Andava votata ad occhi chiusi”, dice Polverini. “La mia Forza Italia, la mia casa, non si sarebbe mai astenuta su un voto  del genere”, ha detto la Vice Presidente della Camera.

E’ arrivato il momento del coraggio per quei liberali che non han smarrito il desiderio di potersi guardare allo specchio senza, per questo, farsi schifo.


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