Titolo: Challengers
Genere: sentimentale, sportivo
Durata: 131 min
Regia: Luca Guadagnino
Soggetto: Justin Kuntzkes
Sceneggiatura: Justin Kuntzkes
Fotografia: Sayombhu Mukdeeprom
Musiche: Trent Reznor, Atticus Ross
Produzione Paese: USA, 2024
Cast: Zendaia, Josh O’Cnnor, Mike Faist, Scottie DiGiacomo, A.J. Lister, Nada Despotovich, Connor Aulson, Naheem Garcia, Jake Jensen, […]
Challengers è un film diretto dal regista siciliano Luca Guadagnino, che usando il tennis, sport in voga oggi, racconta quale sia il modo attuale di intendere la vita e quale ne sia il senso da parte dei giovani. È il racconto di due amici sin da quando erano ancora infanti, Patrick (Josh O’Connor) e Art (Mike Faist), che da ragazzi giocando a tennis vincono il titolo di doppio junior. Non è un caso che in quel frangente incontrano e fanno conoscenza di una splendida e seducente ragazza, Tashi (Zendaia), in quanto anch’essa gioca a tennis divenendone campionessa. Il suo fascino e la sua bellezza sono tali che sia Patrick che Art ne rimangono turbati e sedotti. Questa conoscenza è tale da farli riunire in una camera d’albergo ma, al di là di un lungo bacio a tre condiviso, non vanno oltre. Particolare significato assume il racconto che Patrick fa su Art quando all’età di dodici anni lo aiuta a praticare per la prima volta l’autoerotismo facendogli scoprire il piacere sessuale. Questo atto descritto da Patrick in modo molto dettagliato riconduce al film di Bernardo Bertolucci, “Dreamers – I sognatori” (2003), dove Mattew (Michael Pitt) e i fratelli Isabelle ( Eva Green) e Théo (Louis Garrel) instaurano un triangolo, una specie di ménage à trois, per raffrontare i movimenti di massa del 1968, in cui i giovani aspiravano alla libertà di pensiero e quindi al pensiero critico, con l’aspirazione individuale di Tashi, Patrick e Art di essere challengers, cioè sfidanti di tennis, per diventare campioni in quanto il tennis a detta di Tashi “è una relazione”. Il confronto del triangolo umano di Challengers con Dreamers di Bertolucci mostra sin da subito la peculiare differenza perché, mentre Mattew, Isabelle e Théo manifestano la proprietà del triangolo geometrico riguardo all’indeformabilità, che è l’inalterabilità della loro visione comune riguardo alla vita, in Challengers il triangolo costituito da Tashi, Patrick e Art appare alterabile, mutevole, capriccioso, ingannevole, soprattutto individuale. Guadagnino ha voluto accennare a questo riferimento appropriato non solo per sottolineare la differente concezione del mondo tra giovani di epoche diverse sottolineando che la collaborazione sia più importante della competizione, ma anche per mostrare la sua ammirazione nei confronti del compianto regista, morto nel 2018, a cui aveva già dedicato il documentario Bertolucci on Bertolucci (2013).
Il regista con maestria, come se fosse un puparo siciliano, riesce a mettere delle maschere a Tashi, Patrick e Art come se fossero dei pupi siciliani, e istaura tra loro un gioco psicologico, basato su accordi e disaccordi, su inganno e verità, su sentimenti e razionalità, su certezza e dubbio, attraverso un duello opportuno non per vincere l’incontro ma possedere Tashi che, dal canto suo attraverso gli sguardi mutevoli e insoliti, li condiziona con scaltrezza disorientandoli e facendo intuire quale debba essere il prezzo della vittoria. Le musiche incalzanti e la fotografia di appropriati primi piani e di inquadrature singolari rendono la visione di questo film suggestiva e coinvolgente e i dialoghi ancora più interessanti.
Continui flashback, tuttavia, anche se servono a far capire che le vicende del passato vissute dai tre giovani hanno condizionato la vita del presente talvolta disorientano lo spettatore.
Filmografia
The protagonists (1999), Melissa P. (2005), Io sono l’amore (2009), A Bigger Splash (2015), Chiamami col tuo nome (2017), Suspiria (2018), Bones and All (2022).
Francesco Giuliano
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