Cesare Rubinato lo ricordano a Latina come il giocatore più longevo nella casa calcistica nerazzurra. L’ex difensore della famosissima Fiumana ha terminato la sua splendida carriera a 40 anni, nel 1960. Nato a Cavarzere, in provincia di Treviso nel 1920, Rubinato ha vestito casacche importanti come Fiumana, Parma, in serie B, Barcellona Pozzo di Gotto – sette anni consecutivi – per terminare il suo corso nel capoluogo pontino. Ha sostenuto anche un provino con l’Inter nel 1946. Un ottimo difensore, bravo all’occorrenza come centrocampista. Terminata l’attività di calcatore, Cesare è passato ad allenare le giovanili del Latina, poi il Pro Latina che ha condotto a buoni livelli. Un uomo integerrimo che ha lasciato il segno come atleta di spicchi e sul piano umano. Ci ha lasciato a soli 68 anni, colpito da un tumore
I fiumani arrivati al momento dell’esodo in provincia di Latina sono tanti, Rubinato è giunto nel lontano 1956 convinto da parenti della moglie ospitati al campo Rossi Longhi. La leggendaria “Fiumana” era sul punto di essere ricostruita in Italia dopo il passaggio della città di Fiume in Croazia. Sembrava quasi certa la rinascita dell’Unione Sportiva Fiumana, la squadra che giocò nella Divisione nazionale e due volte in serie B per poi perdersi nell’oblio a causa della guerra e dell’esodo. Quel sogno è stato dai fratelli Sergio e Antonio Vatta, entrambi di origini dalmate – cresciuti a Zara – il primo per anni allenatore delle giovanili del Torino, l’altro presidente della Consulta regionale del Piemonte dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia. Insieme avevano rilevato i titoli sportivi della società fiumana e undici anni fa hanno inviato alla Federcalcio la domanda per partecipare al campionato di Prima Divisione. Nulla da fare, non era possibile.
La concessione a riutilizzare le insegne della vecchia “Fiumana” era arrivata direttamente dal sindaco del Libero Comune di Fiume in esilio Guido Brazzoduro. Sergio Vatta lo definiscono “Il mago”. Sono suoi i meriti di quattro scudetti, sei coppe Italia, le vincite a quattro tornei di Viareggio con la Primavera del Torino; uno scudetto giovanissimi e uno Primavera come responsabile dei parigrado della Lazio. È stato poi direttore tecnico delle nazionali giovanili e allenatore dell’Italia femminile portata alla fase finale dei mondiali: ha visto nascere e crescere campioni.
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