Centinaia richieste d’aiuto alla Task Force di Minerva

170

Sono centinaia le richieste di aiuti, da parte di cittadini, imprese e società sportive, che stanno arrivando alla Task Force messa a disposizione dall’associazione Minerva per aiutare ad intercettare i pochi aiuti che stanno arrivando dalle banche e dal Governo. Commercialisti, avvocati psicologi e esperti di risorse umane sono al lavoro, ormai da diverse settimane per dare risposte a chi ha bisogno di attingere agli aiuti promessi dal Governo in occasione dell’emergenza Covid-19.

Una situazione difficile per molti: gli aiuti dalle banche ancora non arrivano, la cassa integrazione non è ancora stata pagata e a molti professionisti ancora non sono arrivati nemmeno i 600 euro promessi. In questo clima di incertezza, però, ci sono anche imprenditori che, da subito, hanno capito che non si poteva contare sugli aiuti dello Stato per cui si sono organizzati per non chiudere del tutto le proprie attività.

Lo spiega Carmine Picca, proprietario di uno dei ristoranti storici della provincia di Latina, La Storta, che tra l’altro da pochi mesi aveva rinnovato il locale che si trova ai confini tra i comuni di Latina e Sezze. Carmine Picca è uno dei referenti dei borghi (borgo Faiti) per l’associazione Minerva e rappresenta una delle categorie più in difficoltà in questo momento.

“Avevamo da poco fatto grandi investimenti – spiega Carmine Picca – e forse proprio per questo non abbiamo accettato il fatto di doverci fermare del tutto e quindi, così come permesso fin dai primi DPCM, ci siamo organizzati per assicurare ai nostri clienti lo stesso servizio grazie alla possibilità di fare le consegne e a domicilio. In questo modo sono riuscito ad assicurare un reddito minimo a tutti i miei collaboratori. Questo perché. Perché ho imparato, a mie spese – spiega ancora Carmine Picca – a non contare sull’aiuto di Stato e comuni che, come dimostrato anche in questa situazione, ancora non riescono a dare sostegno alle imprese. Personalmente sarei ben felice di poter attingere a qualche prestito a fondo perduto, anche perché non possiamo permetterci di indebitarci ulteriormente continuando a dovere pagare tasse e fornitori, ma finché ciò non avverrà non possiamo continuare a sperare e stare con le mani in mano. Noi imprenditori sappiamo bene quanto sia difficile fare impresa in Italia; parlo della stringente burocrazia, parlo della pressione fiscale, oltre il 60%, che permette di investire poco e che, in questo momento storico, causerà la chiusura definitiva di molte attività, almeno quelle già in difficoltà prima della pandemia. Il problema vero in questa situazione – conclude Picca – è quello della liquidità che a molti non permette neanche di anticipare la cassa integrazione per i propri dipendenti che ancora non ricevono un euro. E allora l’invito che mi sento di mandare a tutti gli imprenditori e agli esercenti del nostro territorio è quello di mettere da parte la rabbia verso i mancati aiuti istituzionali e cominciare, invece, a programmare una riapertura che avverrà con tutte le precauzioni del caso a partire da lunedì prossimo. È vero, in questo periodo le bollette continuano ad arrivare, gli affitti vanno pagati, le tasse sono state prorogate e non azzerate, i soldi sono finiti e la verità è che, per l’ennesima volta, gli imprenditori devono essere pronti a rimboccarsi le maniche e cercare di andare avanti da soli”.


News-24.it è una testata giornalistica indipendente che non riceve alcun finanziamento pubblico. Se ti piace il nostro lavoro e vuoi aiutarci nella nostra missione puoi offrici un caffè facendo una donazione, te ne saremo estremamente grati.