LATINA – Carnevale, Lega: «Sui vaccini solo uno show mediatico, le dosi non bastano per tutti. Regione e Asl impreparate ad una terza ondata». Un duro attacco dopo l’avvio mediatico della campagna vaccinale anticovid da parte della Regione e dalla Asl di Latina arriva dal Capogruppo in consiglio Comunale della Lega e consigliere Provinciale, Massimiliano Carnevale.

«Sono sconfortanti le dichiarazioni dell’assessore regionale D’Amato – scrive Carnevale nel suo intervento -, il quale durante un’intervista al Tg3 riferiva di disponibilità limitate a sole 180.000 dosi vaccinali per tutta la regione Lazio durante la prima fase di somministrazione.

E’ facile capire, facendo due conti, che parliamo di un numero di dosi appena sufficiente per il personale medico, operatori sanitari e pazienti delle Rsa mentre il resto delle popolazione, soprattutto quella maggiormente esposta agli effetti dell’infezione, quali over 70 e immunodepressi, dovrà attendere il mese di maggio.
Non si comprendono pertanto i toni trionfalistici del Presidente Zingaretti e dello stesso D’Amato usati durante lo show mediatico organizzato in occasione delle prime vaccinazioni anticovid 19 a cui è stato sottoposto il personale sanitario, sopratutto se la realtà che ci si prospetta di fatto è un’altra. Appare dunque evidente che le dichiarazioni e le azioni messe in campo confermano che la classe politica al comando sia ampliamente distante dai bisogni della comunità e soprattutto dalla realtà di una provincia che vede numeri di contagi epidemiologici non inferiori a quelli dei territori nazionali maggiormente colpiti dal virus sia per ciò che concerne le infezioni sia i decessi.

L’assessore D’Amato certamente saprà che mentre in quasi tutto il territorio nazionale la curva dei contagi ha subito un rallentamento più o meno evidente, il nostro territorio è stato interessato purtroppo da un aumento dei contagi e dei decessi. Dunque ci saremmo aspettati dichiarazioni tendenti a garantire l’implementazione del personale medico o magari volte a correggere il tracciamento delle infezioni che ormai risulta completamente fuori controllo fino a vedere soddisfatta la legittima aspettativa di avere un piano vaccinale veloce e concreto. E veloce e concreto non può essere maggio.

Chiedere ad un’ampia parte della popolazione di dover attendere il mese di maggio per essere vaccinata equivale a farle correre il rischio di subire una terza ondata di contagi devastante non solo sotto l’aspetto sanitario ma anche economico. Vale a dire accettare il rischio di compromettere la salute di migliaia di persone e la salute dell’economia del territorio. Inoltre , e non in ultimo, si condannerebbero pazienti affetti da più svariate patologie ad ulteriori ritardi nelle cure e nella diagnosi. Avendo abilitato quasi interamente il SMGoretti in ospedale Covid la maggior parte dei pazienti viene infatti dirottata in altri presidi ospedalieri che non dispongono di strumentazioni e personale idonei a valutare e rispondere alle reali esigenze con il conseguente rischio di ritardi letali , così come accaduto recentemente ad una povera donna latinense deceduta tra un trasferimento ed un altro, solo ennesimo caso da annovarare tra gli altri.
Se non fossero state disattese le nostre proposte di destinare ad ospedale covid uno dei possibili nosocomi dismessi sul territorio provinciale, permettendo in questocmodo al Goretti di prestare tutti i servizi possibili ai pazienti affetti da altre patologie, forse si sarebbero evitate altre tragedie.
Se il tema vaccini è una problematica che interessa direttamente il governo centrale, allora il segretario del Pd Zingaretti eviti show e toni trionfalistici e lavori piuttosto a fare in modo che i nostri rappresentanti nazionali da esso sostenuti, si impegnino a fornire quantitativi maggiori di vaccini al Lazio e alla nostra provincia, tenendo conto di quanto avviene in altri Paesi europei ed extraeuropei».


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