Latina – Non farò l’Assessore di Coletta mi dice Carla Amici mentre saliamo le scale del suo studio. Poi ti spiego, aggiunge, mentre entriamo in un bellissimo appartamento, molto ben arredato, dei palazzi Barletta. Sempre belle quelle case, anche dopo anni. E’ un piacere per entrambe incontrarci e fare….come si dice… una bella chiacchierata? Ecco si. Ci siamo fatte una bella chiacchierata, con grande disperazione delle segretarie che tentavano di accorciare il nostro appuntamento. Ma quando si incontrano persone intelligenti e piene di interessi come Carla, non è facile chiudere il taccuino e salutare. E’ valso per me. E’ valso per lei.

Carla tu hai un curriculum professionale e politico di tutto rispetto. Che fai ora, dopo aver fatto il sindaco di Roccagorga per due legislature?

Sono sempre una libera professionista. Ho un lavoro che mi piace moltissimo e che ho dovuto accantonare per anni per occuparmi della gestione della cosa pubblica. Ma vorrei tornare a farlo a tempo pieno. Tra l’altro ricopro anche un ruolo molto importante a Terracina.

Cioè?

Sono direttore generale dell’Azienda speciale dei servizi sociali. E sono consulente di tanti Enti pubblici. Posso senz’altro dire che quasi tutte le Aziende speciali le ho costituite io…ad Aprilia, Terracina, Roccagorga, Palestrina etc. E poi sono revisore dei conti in tanti Comuni del Lazio.

Coletta ti ha corteggiato per molto tempo per nominarti assessore. Perchè hai rinunciato?

La decisione l’abbiamo valutata insieme. Prima di dire si o no, ho ascoltato giuristi importanti sul decreto 39, quello che evidenzia alcune incompatibilità per chi è ai vertici di Aziende pubbliche. Ci sono state varie tesi. C’era chi diceva che le incompatibilità ci sono e chi no. Non potevo stare sulla graticola tutti i giorni, con qualsiasi atto e con qualsiasi decisione. Per cui lunedi abbiamo deciso, nostro malgrado, che non ci sarebbe stato più margine per questa nomina.

Perchè nostro malgrado?

Ho molta fiducia in Coletta, tanto da averlo supportato già nelle elezioni per la provincia. Quindi il mio sostegno per lui, parte da lontano. E mi sarebbe piaciuto molto poter lavorare con lui. A lui va infatti tutta la mia stima e la condivisione di un progetto per il futuro.

Moscardelli, La Penna ed Enrico Forte, hanno disconosciuto questo dialogo tra Coletta e te. E anche la Regione. Perchè lo hai fatto?

Io mi attengo e l’ho fatto anche in questa circostanza, alla linea del segretario nazionale, che dice di aprire il partito alle civiche e ai movimenti. D’altronde è lo stesso Zingaretti a dialogare con Coletta. E pure molto. Io sono convinta che il Pd si debba aprire alle civiche e ai movimenti per contrastare in tutti i modi il fenomeno del populismo.

Perchè a Roccargorga, dove hai fatto il sindaco per tanti anni, siete stati sfiduciati dagli elettori, pur avendo amministrato bene?

Il buon governo non sempre viene premiato. Spesso, infatti, non è sinonimo del cambiamento che la gente si aspetta. A Roccagorga poi non ha vinto la civica, ma la Lega con 1.061 voti.

Abbiamo perso perchè c’è stato un accanimento contro i progetti SPRAR e tanto malcontento. E loro hanno cavalcato questa paura. E’ stato un tradimento delle idee. Come diceva Gramsci…vivere vuol dire essere partigiani. E i partigiani sono di parte. Ma qui hanno prevalso le ambizioni personali e di civico non c’è nulla. Comunque è un Comune abbandonato. Gli amministratori sono assenti e la gente non riesce a relazionarsi con loro. Non hanno una visione su come governare questo Paese. Tutto è allo sbando. Sia chiaro che non dico questo perchè soffro di astinenza dal potere, ma solo perchè rimpiango il periodo in cui Roccagorga era un esempio per tutti i Monti Lepini.

Pensi di aver fatto degli errori?

Ah, certamente si. Penso che non abbiamo saputo comunicare bene le cose fatte. Noi per esempio siamo stati i primi ad attuare il bilancio partecipato. Grazie a quel progetto, la Regione Lazio ci ha finanziato il Centro polivalente. Un centro che accoglie l’Avis e la farmacia del comune.

Errori a parte, però io sono sempre a disposizione della nostra comunità.

Trasporti, polizia, sicurezza, scuole e medicina devono funzionare a dovere in una città ben amministrata. Fammi una graduatoria di questi servizi per quanto riguarda Roccagorga.

Il nostro paese è piccolo. Il trasporto locale funziona bene e siamo riusciti a non farci tagliare nessun chilometro dalla Regione. Non abbiamo problemi di sicurezza, perchè Roccagorga è una città accogliente. Il nostro paese, con la sua Piazza principale, ha una vera Agorà. Ed è lì che si decidono le sorti della politica. Abbiamo messo in rete tutte le biblioteche dei monti Lepini. E anche gli archivi e i musei.

La sicurezza la si percepisce anche da un buon funzionamento dei servizi sociali, se questi danno risposte giuste ai diversi bisogni che tra l’altro si sono modificati nell’era della globalizzazione. L’assistenza domiciliare da noi è gratuita per tutti. Ma non va bene e va ripensato il tutto. Oggi ci sono tanti anziani soli. Il problema è infatti la solitudine. Come risolviamo? Con la socializzazione. Prima si faceva teatro e c’era tanta partecipazione. Ora c’è una involuzione culturale.

La scuola poi è il valore pulsante, perchè è da lì che nasce l’idea di un percorso che ti fa sentire cittadino del mondo.

Parliamo del partito. Il tema del tuo dibattito ed è stato anche il leit motiv della tua candidatura in Regione si basa sul fatto che la sinistra deve favorire i cambiamenti sociali per ridurre le diseguaglianze. Che intendi dire?

Io penso che le diseguaglianze le riesci ad eliminare con le politiche attive del lavoro, sapendo però valutare le competenze. Purtroppo nella nostra realtà questo patrimonio, non viene considerato affatto. Per cui sono ormai tanti i giovani che rinunciano a fare concorsi perchè pensano siano truccati. Noi dobbiamo aiutare questi ragazzi sfiduciati a investire su di loro.

La sanità regionale è fuori dal commissariamento. Ora possiamo tornare a reinvestire negli ospedali, con un maggior numero di medici e infermieri per la migliore riorganizzazione dei servizi, hai detto tempo fa. Secondo te a che punto siamo?

Gli investimenti sono importanti. Quello che non percepiamo però sono le difficoltà del malato che deve affrontare tutto quello che non funziona nella sanità. Bisogna andare nei pronto soccorso per rendersi conto del martirio che le persone affrontano. In questi luoghi poi anche i medici e paramedici sono sotto pressione.

E quindi?

Quindi i politici dovrebbero mettere in campo servizi e modelli efficienti e riuscire a trasferire anche qui modelli di sanità eccellenti delle altre regioni

Veniamo al PD. Secondo te è accogliente un partito che non crea spazi, non solo fisici, in cui uomini e donne, giovani e anziani possano ritrovarsi a discutere temi della contemporaneità?

Il modello di partito degli anni passati, non esiste più. Sono cambiati i soggetti. I giovani non si approcciano più alla politica. Dobbiamo riuscire a riportarli dentro. Come? Creando luoghi di discussione e di confronto. Il movimento delle sardine, questo chiede.

Il dottor Fabio Ricci, senologo e direttore della Breast Unit di Latina, ha di te una stima profonda, tanto da definirti membro onorario della Lilt provinciale.

Il dottor Ricci dice questo perchè è da Roccagorga che è partito l’ottobre rosa, la campagna annuale della Lilt contro il cancro al seno. Siamo stati noi i pionieri e quel cesto che ormai viene portato in tutti i Comuni, è stato creato dalle nostre donne.

Un’ultima domanda e poi ti lascio al tuo lavoro, con buona pace delle tue segretarie. Ho letto che hai rinunciato a 10 anni di indennità di carica.

Non è proprio così. Essendo una libera professionista potevo prendere l’indennità piena. Ho accettato solo il 50 per cento. Ho però rinunciato alle indennità di fine mandato.

Per quale somma? E a cosa sono stati destinati?

Diecimila euro, che ho destinato con lettera scritta a diverse cose. Alla stampa di Annales, che contiene tutte le delibere comunali dal dopoguerra fino alla fine del mio mandato.

A due borse di studio a nome dei fratelli Rossi, bruciati dai tedeschi e il resto a sostegno delle attività culturali.


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