Il palazzetto dello sport di Latina rappresentava l’incontrastato regno di Bruno Miglioranza, il custode più amato, l’amico di tutti. L’ho incontrato la prima volta su un campo di baseball in via Persicara, lui faceva il capotifoso, era un appassionato del batti e corri. Bruno era il custode che custodiva tutti i segreti dell’impianto di via dei Mille. Lo aveva voluto in quel posto delicato il sindaco Nino Corona che sapeva dei trascorsi di Bruno nel mondo della boxe, una sua grande passione fin dai tempi della Casa del Contadino, dove avevano realizzato una palestra che ha lasciato il posto alla Galleria Pennacchi. Ore di lavoro in via dei Mille per miglioranza ma anche di svago e di divertimento per uno abituato alla battuta facile che all’inizio della conversazione sembrava burbero, poi si trasformava in un buono, fin troppo buono. Quando gli chiedevi di fare un’ora in più di allenamento non diceva mai di no, nemmeno la domenica mattina. I giocatori di basket, volley, pallanuoto, i pugili sapevano che quando volevano “confessarsi” dovevano per forza passare da lui, non serviva lo psicologo, meglio un buon padre di famiglia. Il suo sport preferito era sicuramente il pugilato, lo hanno visto in tanti in televisione durante le riunioni organizzate da Renzo Spagnoli, sul ring come stretto collaboratore del patron che ha organizzato i grandi eventi del Palaeur che hanno fatto infiammare gli italiani. Discuteva volentieri di uppercut e ganci, di ko e vittorie a punti, capiva subito se un pugile prometteva bene, sbagliava difficilmente. Il palazzetto era il suo mondo, lui lavorava lì ma era soprattutto un tifoso. Se una squadra di Latina andava sotto nel punteggio, Bruno si arrabbiava e andava nel “gabbiotto” ad ascoltare le partite di calcio, poi ritornava per festeggiare i vittoriosi o consolare gli sconfitti. Tifava per la Roma, a casa sua non mancavano cimeli delle vittorie giallorosse e delle brutte giornate della Lazio. Era un amante della buona cucina. A casa Miglioranza si mangiavano i migliori bucatini dell’Agro, ne sanno qualcosa i tanti giocatori che passavano ore intere davanti alla tavola in compagnia di Bruno e della sua numerosa famiglia, di stampo patriarcale. La bellezza dello stare insieme, di ridere, di divertirsi, nel segno dell’allegria, il motto di Bruno era questo. Il tutto abbinato allo sport, una delle sue fonti inesauribili di vita. Gli piaceva andare in bicicletta per mantenersi in forma, mentre talvolta scommetteva sui tiri liberi, ma con alterne fortune. Un maestro a briscola e a tresette, anche a ramino. Bruno Miglioranza era il prototipo della Latina migliore. Volergli bene è un stato piacere, non ti tradiva mai. Scusate se è poco.
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