Beirut, e una grande tragedia umana ancora una volta si ripete per incuria o per ignoranza

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Erano le ore 18.00 (le 17.00 in Italia) del 4 agosto 2020 (le ore 17 in Italia) quando avviene una disastrosa e gigantesca esplosione nel porto di Beirut, di un’entità così rilevante, che è stata avvertita fino a 240 km di distanza, e così potente che ha raso al suolo un quartiere intero e che ha èprodotto centinaia di morti, migliaia di feriti e migliaia di dispersi che, quando saranno rinvenuti, aumenteranno il numero dei morti o quello dei feriti.

Una prima esplosione in un luogo vicino ha determinato le condizioni fisiche tali da fare esplodere 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio, NH4NO3, immagazzinato da circa sei anni, in un deposito, in seguito ad un sequestro. Questo composto chimico ha un duplice impiego, come concime agricolo o come esplosivo.

E in quest’ultima veste è stato sufficiente che la temperatura superasse i 260 °C perché avvenisse la reazione di decomposizione del nitrato di ammonio con produzione di vapore acqueo, gas azoto e gas ossigeno. E il calore sviluppato innescasse altre reazioni con produzione di tutti gli ossidi di azoto (N2O, N2O2/NO, N2O3, N2O4/NO2, N2O5). Tali composti essendo gas rimangono nell’aria con effetti tossici per le elevate concentrazioni raggiunte, e, assieme alle polveri (PM10, PM2,5, ecc.) sollevate dall’esplosione, costituiscono un inquinamento atmosferico che durerà per parecchio tempo e quindi un pericolo per la popolazione.

E ancora una volta la colpa di questo ennesimo disastro verrà addossata dal grande pubblico alla chimica, mentre quel che è avvenuto, come al solito, è per ignoranza e per incuria umane: una quantità così enorme di composto esplosivo immagazzinata senza utilizzare le più elementari norme di sicurezza è da irresponsabili o da dementi. Senza entrare nel merito delle cause, accidentali o terroristiche, che hanno provocato questa catastrofe è bene conoscere i rischi che si corrono quanto un composto chimico di tale pericolosità viene immagazzinato in quantità così ingenti senza adottare adeguate norme di sicurezza.

Il grande pubblico, tuttavia, dovrebbe sapere quel che il contadino sa, e cioè che il nitrato di ammonio è un ottimo concime per i terreni agricoli in quanto contiene azoto N che, oltre al fosforo P e al potassio K, costituisce un elemento basilare (macroelemento) per la coltivazione. E dovrebbe sapere anche che, per esempio, gli scavi di tunnel o la demolizione di grandi edifici o di strutture complesse, come il famoso ponte Morandi di Genova, sono possibili in breve tempo e in economia grazie agli esplosivi, di cui il nitrato di ammonio fa parte.

Si riportano i seguenti dati per far comprendere perché questa grande quantità di nitrato di ammonio – 2.750 tonn. –  abbia avuto tale effetto devastante: la velocità di detonazione causata dall’esplosione del nitrato di ammonio è compresa tra 1100-2700 m/s, cioè da 3 a 8 volte la velocità del suono nell’aria, la quale è la velocità superata dagli aerei supersonici.

Francesco Giuliano


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Francesco Giuliano
Giuliano Francesco, siciliano d’origine ma latinense d’adozione, ha una laurea magistrale in Chimica conseguita all’Università di Catania dopo la maturità classica presso il Liceo Gorgia di Lentini. Già docente di Chimica e Tecnologie Chimiche negli istituti statali, Supervisore di tirocinio e docente a contratto di Didattica della chimica presso la SSIS dell’Università RomaTre, cogliendo i “difetti” della scuola italiana, si fa fautore della Terza cultura, movimento internazionale che tende ad unificare la cultura umanistica con quella scientifica. È autore di diversi romanzi: I sassi di Kasmenai (Ed. Il foglio,2008), Come fumo nell’aria (Prospettiva ed.,2010), Il cercatore di tramonti (Ed. Il foglio,2011), L’intrepido alchimista (romanzo storico - Sensoinverso ed.,2014), Sulle ali dell’immaginazione (NarrativAracne, 2016, per il quale ottiene il Premio Internazionale Magna Grecia 2017), La ricerca (NarrativAracne – ContempoRagni,2018), Sul sentiero dell’origano selvatico (NarrativAracne – Ragno Riflesso, 2020). È anche autore di libri di poesie: M’accorsi d’amarti (2014), Quando bellezza m’appare (2015), Ragione e Sentimento (2016), Voglio lasciare traccia (2017), Tra albori e crepuscoli (2018), Parlar vorrei con te (2019), Migra il pensiero mio (2020), selezionati ed editi tutti dalla Libreria Editrice Urso. Pubblica recensioni di film e articoli scientifici in riviste cartacee CnS-La Chimica nella Scuola (SCI), in la Chimica e l’Industria (SCI) e in Scienze e Ricerche (A. I. L.). Membro del Comitato Scientifico del Primo Premio Nazionale di Editoria Universitaria, è anche componente della Giuria di Sala del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2018 e 2019/Giacarlo Dosi. Ha ricevuto il Premio Internazionale Magna Grecia 2017 (Letteratura scientifica) per il romanzo Sulle ali dell’immaginazione, Aracne – NarrativAracne (2016).