ROBERTO MAUSOLI, il cestista a quota settanta. Anni, naturalmente. E’ stato uno dei giocatori più amati a Latina duranti gli anni dorati del boom del cesto, era molto popolare grazie a cordialità e gentilezza. Non gli piaceva apparire ma Robertone o Il Ghega – questi i suoi nomignoli – era un vero cruccio per gli avversari di turno. Il giocatore che da post alto si trasformo’ in playmaker. Nella pallacanestro italiana in tanti hanno compiuto questo percorso, il più famoso è Paolo Vittori – ex Ignis Varese – che da pivot passò a giocare prima ala, poi play. Anche Marcello Zanda – nato cestisticamente nel Cos – ha compiuto questo percorso. Mausoli cominciò a tirare a canestro all’ Oratorio Salesiano Don Bosco – partendo dalla sua abitazione in via Adua – nelle partitelle pomeridiane tre contro tre, accanite sino a tarda ora. Fu notato con piacere dai validi talent scout dell’Ab Latina che lo inserirono nella squadra Cadetti, poi con gli Juniores disputò le finali nazionali a Castelfranco Veneto nel 1972. In maglia nerazzurra ha conquistato nel 1975 la promozione in serie B, nel 1979 bissò con la canotta della Sicma Sud. I suoi allenatori Gianni Gatti, Angelino Muzio e Luciano Marinelli hanno sempre creduto nel lavoro spesso poco appariscente in campo del buon Roberto, dotato di ottimi fondamentali individuali, nella sua spiccata intelligenza tattica. Nella Sicma Sud il compito principale era di regista bravo nel mantenere il possesso di palla nei minuti finali, con acume tattico, visione di gioco e protezione del pallone davanti ad avversari pressanti.
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